Niente più obbligo di mascherine a scuola ma resta sempre alta la guardia per un virus che si acquieta ma non scompare, anche se negli edifici scolastici torna una parvenza di normalità in attesa dell’inverno.
IDEA – Tante mascherine inutilizzate sono state consegnate nei mesi scorsi alle scuole, dispositivi di protezione che sarebbero andati persi. Come fare per ottimizzarle invece di destinarle alla spazzatura? La risposta è arrivata da un gruppo di studenti di una scuola superiore della Campania, che ha deciso di ricavare degli abiti proprio dalla stoffa delle mascherine. Dalla notizia, divulgata da Il Fatto Quotidiano, si apprende che la scuola in questione è da sempre molto vicina alla sostenibilità ambientale, ed è da questa sensibilità nel limitare gli sprechi che è nata la lodevole iniziativa.
DETTAGLI – In questa scuola, grazie all’ingegno degli insegnanti e alla buona volontà degli studenti, si è dato vita al progetto «Ti (S)Maschero io», con alla base l’obiettivo del riciclo intelligente e costruttivo, un modo per esorcizzare un periodo difficile come quello della pandemia con un gesto di grande significato. Nello specifico, con la stoffa delle mascherine inutilizzate, sono stati realizzati otto abiti, più uno da sposa.
Questa iniziativa ha riscosso molto successo, soprattutto per l’attualità di temi come l’inquinamento o lo spreco di risorse. La speranza è che nelle scuole italiane ci siano sempre più progetti di questo tipo, in modo da sensibilizzare i giovani di oggi, che rappresentano il domani del nostro mondo, al rispetto dell’ambiente, e per insegnare loro che anche da delle semplici mascherine riposte in un cassetto può nascere qualcosa di bello.
La nuova lotta di classe (turistica)
C’erano una volta le classi agiate che vivevano di rendita e disponevano illimitatamente del tempo libero («leisure time») organizzando dei «Grand Tour» in giro per il mondo che poi divenivano libri o album fotografici da esibire durante un tè o fumando tabacco...