Covid: scuole senza sistemi di areazione. A settembre ancora finestre aperte (?)

da | Lug 22, 2022 | SUI BANCHI DI SCUOLA




Tornano a salire i contagi in tutta la penisola e la scuola si interroga sulla modalità di ripresa a settembre. Tanti i presidi italiani a preoccuparsi della mancanza di distanziamento ed areazione, una costante di questi ultimi due anni scolastici. La speranza di qualche miglioramento grazie ai sistemi di areazione è venuta meno visto che, ad oggi, sono presenti in pochissime strutture.

FATTI – In questi giorni si è tornato a parlare con insistenza di mascherine e distanziamento. Mentre i dirigenti scolastici hanno alzato la voce per reclamare il proprio disagio, nelle aule continua a sussistere il problema della scarsa areazione, cui si potrebbe far fronte con dei sistemi di ventilazione automatici (che resteranno un miraggio per il terzo anno consecutivo) i cui benefici andrebbero dal continuo ricambio d’aria, che abbasserebbe a dismisura le possibilità di contagio, alla possibilità di seguire le lezioni senza mascherina di protezione.

PREVISIONE – Fare un pronostico su quanto accadrà da qui a qualche settimana diventa complicato: basta pensare che in perfetta controtendenza rispetto al passato, i contagi sono schizzati alle stelle in estate. Per capire il trend del nuovo anno scolastico bisognerà aspettare almeno la seconda metà di agosto, quando si scoprirà se l’Italia sarà costretta a nuove restrizioni oppure se i contagi saranno tenuti a bada in altro modo. Sulla scuola va fatto un ragionamento più esteso, tenendo in considerazione l’intero anno scolastico e non solo pochi mesi; vanno inoltre prese decisioni che possano garantire la continuità didattica anche nei mesi più freddi, quando potrebbero verosimilmente scatenarsi nuove ondate.

L’Istituto Superiore di Sanità, tramite un comunicato, ha previsto che ad occuparsi della sicurezza e di tutto ciò che vada oltre l’apertura o meno delle finestre, sarà l’apposito personale specializzato. Nelle scuole però non è presente tale figura, a meno che non si decida di assegnarle una retribuzione specifica: «È necessario indicare esplicitamente che ad occuparsi della questione siano gli enti locali» – queste le parole della presidente Anp Lazio, Cristina Costarelli.

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