DAD, i dati Istat: gli studenti la apprezzano, ma manca la socializzazione con i compagni

da | Lug 11, 2022 | SUI BANCHI DI SCUOLA



Le lezioni a distanza hanno segnato gli ultimi anni di istruzione: dall’avvento della pandemia, è stata sperimentata una nuova morfologia di scuola, che ha portato con sé tanti pro e altrettanti contro. Analizziamo in merito alcuni numeri indicativi sull’argomento, forniti dal rapporto annuale Istat 2022 – La situazione del Paese.


DATI – A partire dall’anno scolastico 2020/2021, l’81% delle scuole si è mobilitata con la didattica a distanza almeno una volta all’anno, mentre solo il 3% delle scuole ha continuato l’attività didattica esclusivamente in presenza. A fronte di questi numeri, soltanto l’1% degli studenti non ha partecipato alle lezioni da remoto, senza distinzioni territoriali o per ordini e grado. Il dato è stato più alto nel primo periodo pandemico, quello che andava da marzo a giugno 2020 (8%); ad incidere, l’impegno delle scuole nel fornire dispositivi informatici a chi ne era sprovvisto. Sempre nello stesso anno scolastico (2020/2021) ammontano a circa il 7% i ragazzi che ne hanno avuto bisogno.

CRITICITÁ – La poca disponibilità di supporti tecnologici è stato un grosso problema anche per le scuole, costrette a correre ai ripari in tempi rapidi.
I principali nodi da sciogliere segnalati dai dirigenti scolastici sono stati la scarsa potenza del segnale internet della scuola (50%) e la mancanza degli spazi necessari a garantire il distanziamento (45,8%).
A pesare è stata anche una notevole differenza territoriale, infatti al Nord un preside su 4 non ha riscontrato alcuna criticità, mentre al centro la percentuale è scesa al 13,2% e al Sud siamo al 18,5%. A colpire sono state le segnalazioni per i problemi di connessione (55% nel centro-sud, 45% al Nord).
Parallelamente, un dirigente su quattro delle scuole del Centro-sud ha reclamato la scarsa disponibilità di hardware e software, contro il 16,5 % del Nord-est e il 13,2 % del Nord-ovest.

OPINIONI – Fondamentale, su questo cambiamento radicale e improvviso, il parere dei ragazzi. Lo studio ci dice infatti che il 67,7 % è a favore della didattica in presenza, mentre solo l’11,9 % sponsorizza quella a distanza. Per il 20,4 la tipologia è indifferente.

Chi ha testimoniato a favore di questa innovazione lo ha fatto per la durata minore delle lezioni (47,3 %) e per il fatto che sono meno impegnative (40,9 %). Al contrario, uno dei fattori meno graditi è stata la mancanza di aggregazione tra compagni di scuola che ha colpito il 49% dei ragazzi e ed è stata sottolineata dal 37,2% (in modo particolare tra gli studenti delle secondarie di primo grado).
Meno sentita invece la mancanza di interazione diretta con i docenti ; il 22,8% ha sentito molto ma non in modo esagerato il supporto dei propri insegnanti, mentre il 46,8% dice di averne sofferto più del dovuto. 

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