La riforma per il reclutamento docenti è ormai prossima grazie al parere positivo del Senato: semaforo verde della commissione bilancio al maxi-emendamento sostitutivo del ddl per l’attuazione del Pnrr, presentato dal Governo.
179 pareri favorevoli, 22 contrari e nessun astenuto. Con questi numeri, il 22 giugno, l’Assemblea ha rinnovato la propria fiducia al Governo, avallando l’emendamento interamente sostitutivo del ddl di conversione del d-l n. 36, recante ulteriori misure urgenti per l’attuazione del PNRR (A.S. 2598). Il provvedimento passa ora al vaglio della Camera.
NOVITÀ – Cambio radicale per la formazione degli insegnanti relativa alle scuole secondarie di primo e di secondo grado: è stato introdotto, infatti, un percorso abilitante di 60 cfu, che verrà gestito dalle Università e sarà attivato in base alla necessità dei posti, con la prova finale costituita da un esame scritto e da una lezione simulata. Questo sarà l’unico modo per ottenere l’abilitazione al ruolo.
24 CFU – «Servono ancora i 24 cfu?» Questa è la domanda ricorrente di molti docenti. Sicuramente non andranno persi, visto che nell’ambito dei 60 cfu, verrà riconosciuta la validità dei 24 cfu a chi già li possiede, che dovrà limitarsi a integrare i restanti 36. Ricordiamo che il termine ultimo per ottenere i 24 cfu è il 31 ottobre 2022.
Questa abilitazione occorrerà per accedere ai concorsi necessari all’abilitazione al ruolo. Per i test sono state riviste le prove selettive che non conterranno più quesiti a crocette, ma solo domande aperte.
Ricapitolando, il percorso per diventare docente prevedrà il possesso di una laurea magistrale (basterà anche una triennale per gli ITP), a cui dovrà aggiungersi il percorso di abilitazione di 60 cfu, + il concorso, + 1 anno di prova in servizio, con test finale e valutazione conclusiva.
FASE TRANSITORIA – Prima di tali novità ci sarà una fase definita «transitoria»: fino al 31 dicembre 2024 sarà possibile infatti iscriversi ai concorsi con 30 o 24 cfu (questi ultimi obbligatoriamente conseguiti entro il 31 ottobre 2022), salvo poi colmare la differenza di cfu per arrivare a 60, dopo il superamento del concorso a cattedra. La nuova riforma sarà introdotta a pieno regime tra il 2025 e il 2026.
Parteciperà al concorso anche chi avrà almeno tre anni di servizio (negli ultimi cinque anni), anche non continuativi, svolti entro il termine ultimo di presentazione della domanda di candidatura delle istanze. Il percorso successivo dipenderà, come per gli altri colleghi, dal possesso dell’abilitazione o dei 30 o dei 24 CFU.
La legge, per evitare la decadenza ed essere convertita in decreto, dovrà essere approvata entro il 29 giugno 2022.