Lo scattare dei 100 giorni per i maturandi è conciso con la fatidica e tanto attesa ordinanza ministeriale che regola gli Esami conclusivi del secondo ciclo. Anticipate già dalla fine di gennaio con indiscrezioni e slide pubblicate sui canali ufficiali, le notizie sono state quasi tutti confermate. Ciononostante, emergono anche alcune novità, frutto dell’intermediazione del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in seguito alle osservazioni poste in prima battuta dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e poi dalla Commissione Cultura in Senato. Entriamo nel dettaglio.
PRIMA PROVA – Bisognerà attendere il 22 giugno quindi si inizierà, come di consueto, dalla prova di italiano. Sette diverse scelte tra tre differenti tipologie: analisi del testo, in prosa o in poesia; testo argomentativo; trattazione di un tema. La prova sarà ministeriale, con un punteggio massimo di 15 punti
SECONDA PROVA – Le più accese polemiche, sia dal comparto insegnanti che dagli alunni, afferiscono alla seconda prova. Dopo varie consultazioni si è arrivati ad alcuni compromessi: in primo luogo, il testo non sarà stilato a livello nazionale ma sarà lasciato alle diverse commissioni dei singoli istituti l’onere di approntare una terna di prove, da cui sarà poi estratta la traccia il giorno stesso dell’esame. Questa scelta è stata effettuata per non ignorare le differenze che la Dad ha creato in merito a programmi e contenuti. Novità dell’ultima ora è la decisione di diminuire il peso della prova di indirizzo, portandola a un massimo di 10 punti.
PROVA ORALE – L’orale partirà da uno spunto offerto dalla commissione, consistente in una citazione, una poesia, un’immagine, un grafico, un esercizio, e sarà compito dai ragazzi collegare, in maniera trasversale ed originale, il tema portante alle materie oggetto d’esame. Non mancheranno momenti per illustrare l’esperienza acquisita in seno ai progetti di PCTO, e le competenze acquisite in cittadinanza e costituzione. I 5 punti sottratti alla prova di indirizzo sono stati utilizzati per valorizzare maggiormente la performance orale, che passa dai 20 punti canonici a 25; i restanti 50 sono frutto di un ricalcolo dei crediti acquisiti nel corso del triennio, il cui peso passerà dal 40% del voto finale all’esatta metà.