L’andamento della pandemia, un continuo divenire influenzato da una variante che, per quanto più contagiosa, sembra essere meno virulenta, anche grazie alla campagna vaccinale che ha sfondato il muro dell’82% di over 12 con la dose booster, si determina anche attraverso l’indice di positività che, dopo una rapidissima e prevedibile impennata post vacanze natalizie (oltre il 20%), è sceso altrettanto velocemente, assestandosi su percentuali più contenute e meno preoccupanti (circa l’11%). Le regole per la gestione delle quarantene nel contesto scolastico sono a loro volta cambiate, determinando un segnale di maggiore tranquillità attraverso un allentamento delle misure. Vediamo nello specifico:
SCUOLA DELL’INFANZIA – alla scuola primaria il protocollo è completamente stravolto: fino a 4 positività accertate in classe la didattica prosegue per tutti, con l’accortezza dell’utilizzo delle FFP2 da parte dei docenti, fino a 10 giorni dopo l’accertamento dell’ultimo caso. Sussiste in questo scenario anche l’obbligo di test antigenico e molecolare all’insorgenza dei primi sintomi e, in caso di negatività, dopo 5 giorni. Con l’esplosione del quinto caso, se avvenuto entro 5 giorni dalla rilevazione del quarto, l’intera classe va in quarantena per 5 giorni.
SCUOLA PRIMARIA – anche alla primaria, fino a 4 casi conclamati la didattica continua in presenza, con l’obbligo delle mascherine FFP2 non solo ai docenti ma esteso a tutta la compagine studentesca over 6 anni; resta, anche alla primaria, l’obbligo di tampone all’insorgenza di sintomi, e dopo 5 giorni dal primo tampone. A partire dalla quinta positività, sempre a distanza di massimo 5 giorni dall’ultima rilevazione, le regole si differenziano tra vaccinati e non vaccinati, con un provvedimento che ha suscitato l’indignazione di una parte politica del Consiglio dei Ministri, che ha abbandonato il tavolo dei lavori. È previsto, infatti, che dal quinto caso, coloro i quali abbiano completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni, abbiano la dose booster, o siano guariti da meno di 4 mesi, continuino la didattica in presenza mentre, per tutti gli altri (seppure ridotta da 10 a 5 giorni) è comunque prevista la didattica a distanza. Questo provvedimento è stato ritenuto dalla Lega discriminatorio ed estremamente rigido, per gli studenti dai 6 agli 11 anni, succubi, secondo il Carroccio, delle decisioni parentali.
SCUOLA SECONDARIA – la didattica in presenza per tutta la classe, con l’obbligo di FFP2 per docenti ed alunni, prosegue solo dopo l’insorgenza di un primo caso conclamato: già dalla seconda positività, infatti, sfruttando anche numeri raggiunti dalla campagna vaccinale nella fascia 13-19, resteranno in presenza, sempre in regime di auto-sorveglianza, coloro che hanno terminato il ciclo primario di vaccinazione da meno di 120 giorni, coloro che si sono sottoposti alla dose booster, i guariti da meno di 4 mesi e gli esenti dalla vaccinazione per motivazioni mediche. Nel caso di insorgenza di sintomi, anche alla secondaria, sono previsti i consueti due tamponi.
RIAMMISSIONE ALL’EDIFICIO SCOLASTICO – se da un lato resta il divieto di permanenza nell’edificio scolastico con una temperatura corporea superiore ai 37,5 gradi, accogliendo le richieste sempre più pressanti di sindaci e dirigenti scolastici, sono state modificate anche le regole per il rientro in classe post positività o quarantena: non sarà più necessario il certificato medico ma basterà il controllo del green pass.