Il 2022 sta mettendo a dura prova la scuola, con la didattica a distanza di nuovo presente in molte aree della nostra penisola. Da qualche giorno è stata resa pubblica una prima analisi dell’andamento pandemico per il periodo che va dal 15 al 22 gennaio.
NUMERI – La scorsa settimana il Ministro dell’Istruzione Bianchi aveva presentato in Parlamento (alla Commissione Cultura e in seduta pubblica) i dati relativi al periodo 10-15 gennaio: d’ora in avanti, l’aggiornamento avverrà settimanalmente, come stabilito dal Ministro, in una sezione dedicata presente sul sito del Ministero.
Al momento i numeri ci dicono che più dell’80% degli alunni, anche nella seconda settimana dalla pausa festiva, ha frequentato la scuola in presenza; questo rispecchia il quadro nazionale e a detta di Bianchi: «Dimostra la bontà delle scelte fatte». Il governo assicura che continuerà comunque a monitorare la situazione insieme alle autorità sanitarie nazionali e al Ministero della Salute, al fine di garantire la massima sicurezza possibile. Il Ministro ha anche confermato che si sta studiando un modo per semplificare la gestione dei casi di positività in ambito scolastico.
Le percentuali provengono dalla «Rilevazione andamento emergenza COVID-19», disponibile sul Sistema informativo del Ministero dell’Istruzione (SIDI), che viene compilata settimanalmente dai dirigenti scolastici (o da un loro delegato) attraverso l’inserimento dei dati relativi alla settimana precedente. I numeri sono quindi il risultato di rilevazioni effettuate presso le scuole, con lo scopo di tenere sott’occhio il funzionamento delle istituzioni scolastiche e garantirne la sicurezza e l’operatività.
PRESENZA – Da quanto finora emerso il personale docente in presenza corrisponde al 91,3% (gli Ata sono il 92,7%) mentre le classi in Dad totalizzano il 15,5% (48.843 unità) e quelle in presenza l’84,5% (pari a 266.404) di cui il 15,3% in Ddi. Gli alunni in presenza sono l’81,9% (5.049.103).
L’obiettivo del governo resta sempre quello di privilegiare la scuola in presenza, se compatibile con la situazione epidemiologica perché, come ribadito più volte dal Ministro Bianchi, la Dad non deve rappresentare un’abitudine ma un semplice rifugio temporaneo che non può trasformarsi in soluzione definitiva: si stanno rivedendo anche le regole sulla quarantena e sulla gestione dei positivi, che favoriranno nei limiti del possibile, l’attività didattica in classe.