Il mese di gennaio è per gli studenti dell’ultimo anno delle superiori un momento di fondamentale importanza: con la testa ancora ai festeggiamenti, i maturandi sanno che è il primo mese dell’anno a delineare le linee guida del loro Esame di Stato. Questo sarà il terzo anno consecutivo che la maturità sarà pensata in un contesto epidemiologico, ma ci potrebbero essere dei cambiamenti all’orizzonte. Cerchiamo di capire meglio come dovrebbe essere strutturato l’Esame di Stato 2022.
ESAMI ALL’EPOCA DEL COVID – I maturandi degli ultimi due anni hanno sperimentato una modalità inedita delle prove di esame, estremamente vincolata alla contingenza pandemica. Privato di una commissione esterna e, soprattutto, delle prove scritte, l’esame constava di una prova orale che prendeva l’avvio da un elaborato multidisciplinare: il tema veniva scelto dalla commissione e comunicato entro la fine di aprile mentre l’elaborato andava consegnato entro la fine di maggio. Gli orali, ispirati dall’elaborato, hanno coinvolto anche domande di Cittadinanza e Costituzione e l’esposizione del percorso di PCTO, concludendosi con la domanda di rito (rivolta dal presidente di commissione, unico membro esterno): “cosa farai dopo la scuola superiore?”
PROVA SCRITTA – Il 2021-2022 è stato il primo anno didattico, nell’era Covid, a vedere gli studenti tra i banchi di scuola senza interruzioni (salvo casi particolari). Al netto dei dati della variante Omicron, nonostante i proclami del Presidente del Consiglio Draghi e del Ministro dell’Istruzione Bianchi che scongiurano il ritorno alla DAD, si è acceso un forte dibattito in merito all’opportunità di ristabilire le prove scritte. Non sono ancora uscite le ordinanze ufficiali, ma l’indirizzo ministeriale sembrerebbe già abbastanza chiaro; confermata l’impostazione dell’anno precedente ma con un primo ritorno alla normalità: parrebbe, infatti, che i maturandi dovranno cimentarsi in una prova scritta di italiano, uguale per tutti gli indirizzi.