Ritorno in classe, screening e ipotesi Dad: le novità regione per regione

da | Gen 3, 2022 | SUI BANCHI DI SCUOLA



Mentre la variante Omicron non accenna ad abbandonare la Penisola, il tema è la data per la ripresa delle attività didattiche: ogni regione prenderà autonomamente la propria decisione, che con molta probabilità verrà comunicata intorno al 5 gennaio.

GOVERNO – Da parte del governo l’input è chiaro: bisogna tornare in classe. Bianchi e Draghi, nelle riunioni con gli enti locali, hanno confermato ancora una volta che la scuola in presenza non dovrà fermarsi e che il ritorno alla Dad avverrà solo in casi estremi, ancora lontani dalla situazione attuale.
Le regioni, a cui spetta la decisione finale, hanno proposto una modifica alla quarantena: con due positivi in classe gli studenti non vaccinati andranno direttamente in Dad, al contrario per i vaccinati ci sarebbe solo l’auto-sorveglianza; nell’eventualità in cui ci fossero tre o più positivi, la decisione spetterebbe alla Asl, che potrebbe valutare la sospensione delle lezioni in presenza. Nelle scuole dell’infanzia, invece, resterebbe la quarantena di dieci giorni, seguita dal tampone, anche con un solo positivo.

REGIONI – Ogni circoscrizione sta iniziando a vagliare le ipotesi, col termine per decidere non oltre l’Epifania: l’Abruzzo ha già deciso uno screening straordinario dal 7 al 9 gennaio, propedeutico al rientro per il 10. Uno dei giorni persi sarà poi recuperato in occasione delle festività di Carnevale, in programma il 1° marzo, quando sarà garantita la normale attività didattica. Stessa modalità anche in Umbria fino al 12 gennaio. Per quanto riguarda l’Emilia Romagna, l’obiettivo è velocizzare la campagna di vaccinazione per i più piccoli, mentre in Campania è molto concreta l’ipotesi di stop alla primaria per un mese, velocizzando i tempi per poi tirare dritti fino a giugno (senza più interruzioni dovute all’innalzamento della curva).

COSTI – L’attività di monitoraggio e la distribuzione di Ffp2 sono i due elementi che dovrebbero garantire la continuità dell’attività didattica, come previsto dal decreto legge del 23 dicembre. Pertanto, sono 9 i milioni di euro stanziati per il tracciamento e per i laboratori militari, e 14,5 quelli destinati al personale della sanità militare. Previsto un investimento di 5 milioni anche per acquisire mascherine per il personale lavorativo delle scuole dell’infanzia (a contatto coi bambini fino a 6 anni esenti dall’uso), e per i docenti di studenti colpiti da particolari fragilità, che ne impediscono l’utilizzo. Esentati dall’agevolazione, invece, tutti gli altri dipendenti della scuola.Ad oggi sono stati effettuati dal personale militare circa 20 mila tamponi in 470 scuole. Nel frattempo, il Ministero dell’Istruzione ha iniziato la rilevazione del quantitativo di Ffp2 da distribuire negli istituti. I dirigenti dovranno comunicarne il numero entro il 4 gennaio in modo che la distribuzione avvenga prima della data del rientro. La Dad al momento è un’ipotesi remota, ma il governo è vigile: se la situazione dovesse aggravarsi, ci saranno sempre chiusure circoscritte ai territori più colpiti come nel 2020.

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