Imparare a convivere con il COVID19 è qualcosa che ognuno di noi ha capito da tempo. Nessuna realtà è immune dai continui cambiamenti dettati dalle condizioni sanitarie in divenire. Desta preoccupazione, però, il campanello d’allarme proveniente dalla variante Omicron: si ha la sensazione di ripiombare in scenari già visti e in un clima di restrizioni imposte gradualmente. Ne è una riprova il fatto che in Friuli-Venezia Giulia sia tornato lo spettro della zona gialla e di tutte le conseguenze ad essa connesse; suscita forse ancora più clamore che i nuovi casi siano quasi 13.000, le morti 89 e il tasso di positività prossimo al 2%. Queste notizie non lasciano indifferente il mondo della scuola che si adegua a una pandemia in continua evoluzione. Vediamo i nuovi protocolli anti-covid, alla luce del dettato ministeriale, e le diverse posizioni che si sono susseguite nella sola giornata di ieri.
SPETTRO DELLA DAD – Una circolare inviata alle scuole sottolineava la crescente preoccupazione per la nuova variante, visto un aumento rapido e generalizzato dei nuovi casi, soprattutto tra i più giovani. Tra le righe emergeva la necessità di aggiornare il protocollo emanato meno di un mese fa, sicuramente meno restrittivo rispetto ai precedenti, riproponendo la DAD anche con un unico caso conclamato in classe. Le regole della quarantena tornavano quindi quelle previste ad agosto: 7 giorni di quarantena per i vaccinati e 14 per coloro che non si sono vaccinati. La circolare invitava anche a una maggiore responsabilità da parte dei dirigenti scolastici i quali, per ovviare ai ritardi delle ASL, potevano prendere provvedimenti prudenziali, in attesa di indicazioni sanitarie.
PARZIALE DIETROFRONT – Non sono passate nemmeno 24 ore da quest’ultima circolare che sono già in arrivo nuovi chiarimenti da parte del Ministero, in vista di un’altra circolare che sarà inviata in tempi stretti dal Ministero della Salute. La percezione è che si abbia avuto paura di proiettare nuovamente l’Italia in uno scenario catastrofista, anche alla luce dei grandi e ingenti sacrifici fatti dai comparti scolastici. Di fatto, quindi, niente quarantena in caso di un solo positivo. A irrigidirsi (seppur solo parzialmente) è soltanto il protocollo per i ragazzi fino ai 12 anni: in virtù della non vaccinazione, infatti, basterà un solo positivo per far scattare la quarantena fino ai 6 anni e saranno due i casi necessari per andare in isolamento fino ai 12. Viene inoltre garantita un’intensificazione delle attività di testing nelle scuole, in virtù della ribadita priorità governativa di assicurare le lezioni in presenza.
SCUOLE SUPERIORI – E le scuole superiori? Qui le procedure restano immodificate: l’intera classe finirà in DAD solo in caso di almeno tre casi positivi al suo interno. Diversamente, con un solo caso, scatta il doppio tampone: immediatamente dopo il riscontro e dopo cinque giorni o, in caso di negatività, si torna subito in classe. I docenti, invece, fanno immediatamente un tampone se sono vaccinati; in caso di mancanza di vaccino, anche con un solo caso, andranno in quarantena, anche se sono negativi al test rapido. Con due casi, invece, anche gli studenti non vaccinati andranno in quarantena per dieci giorni, mentre i vaccinati torneranno subito in classe seguendo la profilassi del doppio test come nel caso precedente.