Le parole di Valentina Vezzali, donna di sport che ricopre una carica istituzionale, non lasciano spazio a
interpretazioni: «Abbiamo una generazione di giovani, nativi digitali, alcuni dei quali non sono nemmeno in
grado di fare una capriola, e forse non ci hanno mai provato». Dichiarazioni che fanno riflettere, ancor di
più se pronunciate da una pluricampionessa come l’ex schermitrice italiana. Nel nostro Paese c’è un serio
problema di sedentarietà sempre più diffuso tra i ragazzi e che non accenna a diminuire. Per cercare di
ovviare a questo delicato tema, da qualche giorno è stata avanzata una proposta proprio dalla
sottosegretaria allo Sport e dal Ministro Bianchi: inserire un insegnante specifico di educazione motoria già
alle primarie.
FATTI – La legge di bilancio consentirà di introdurre questa modifica già dall’anno scolastico 2022-2023,
inizialmente a partire dalle classi quinte, quindi, negli anni successivi a tutto il primo ciclo. Tali docenti
specializzati possono rappresentare solo un vantaggio per i bambini, che nell’età infantile hanno bisogno sia dell’attività motoria che di quella didattica, che dovrebbero però viaggiare di pari passo e non contrapposte, al contrario di quanto avvenuto negli anni precedenti. Per supportare una simile innovazione dovranno essere varate anche delle norme ad hoc, come quella sulle palestre scolastiche, che la Vezzali auspica restino aperte per le società del territorio. Non sono in tanti al momento ad attuare questa politica, per via della discrezionalità della scuola, ma è da qui che nascono i propositi di Bianchi e la Vezzali fondati su una nuova filosofia sportivo-scolastica. Questi due fondamentali aspetti non devono entrare in conflitto, ma imparare a coesistere per il bene di tutta la comunità. Ragazzi in primis.
PROBLEMA – Il problema della scarsa attività fisica tra i giovani è aumentato sensibilmente negli ultimi
anni. Con le innovazioni digitali che hanno travolto il mondo, sono sempre di più i bambini e i ragazzi che
rinunciano a una partita a calcio, pallavolo o basket, per privilegiare computer, tablet o playstation. La
tecnologia ha fatto (e continuerà a fare) passi da gigante e i suoi maggiori fruitori resteranno sempre gli
adolescenti, che spendono la maggior parte del loro tempo dinanzi a uno schermo. Lo svago motorio è
sempre più raro, le società sportive presenti sul territorio diminuiscono o sono scomparse nel corso degli
anni a causa del calo delle iscrizioni. Il problema di fondo è la mancanza di una cultura sportiva, che
dovrebbe essere trasmessa proprio dalla scuola, e la sostanziale e per certi versi rivoluzionaria modifica
vaticinata dalla Vezzali potrà rappresentare un taglio netto col passato. I ragazzi hanno bisogno di
apprendere ogni giorno nozioni dai loro insegnanti, dai quali dovranno però ricevere anche un’istruzione
sportiva e motoria, poiché la formazione e il rispetto delle regole non possono avvenire soltanto tra i
banchi di scuola, ma anche nelle palestre o nei campetti adibiti allo sport. Lo stare in gruppo e confrontarsi
(anche fisicamente) può solo aiutare la socializzazione dei nostri ragazzi, che oramai stanno dimenticando
cosa voglia dire avere un dialogo faccia a faccia con un loro coetaneo. Lo sport è anche e soprattutto
questo: aggregazione e divertimento, due ingredienti che dovranno essere alla base del nuovo percorso
scolastico/motorio.