Carta del docente, prima l’abolizione, poi il dietrofront: la ricostruzione

da | Nov 2, 2021 | IN CATTEDRA



Non scomparirà: Il destino della Carta del docente, in bilico per diversi giorni della scorsa settimana, adesso è più chiaro. Nel Consiglio dei Ministri del 28 ottobre scorso (tramite la legge di bilancio 2022) è stata approvata la manovra, con conseguente rivisitazione della norma che prevedeva l’abolizione del bonus.  Resterà dunque, almeno fino al 1° settembre 2022, l’incentivo destinato alla formazione dei docenti; ma proprio in occasione di questo ping-pong tra l’abolizione e la conferma, si è tornato nuovamente a parlare di estendere il bonus anche ai precari.

STORIA – La Carta del Docente è stata introdotta dal Ministero dell’Istruzione tramite la legge «Buona Scuola», con cui si è istituita la Carta elettronica, propedeutica all’aggiornamento e alla formazione dei docenti di ruolo.  Il bonus viene accreditato dal 2016 con cadenza annuale: agli insegnanti di ruolo a tempo indeterminato delle Istituzioni scolastiche statali, sia a quelli a tempo pieno che a tempo parziale, compresi i docenti che sono in periodo di formazione e prova; i docenti dichiarati inidonei per motivi di salute; i docenti in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o altrimenti utilizzati; i docenti nelle scuole all’estero e delle scuole militari.


Gli insegnanti hanno l’opportunità di spendere ogni anno fino a 500 euro in:

  • Libri e testi, anche in formato digitale, di pubblicazioni e di riviste comunque utili all’aggiornamento professionale;
  • hardware e software;
  • Iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
  • Iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale;
  • Titoli di accesso per rappresentazioni teatrali e cinematografiche;
  • titoli per l’ingresso a musei, mostre ed eventi culturali e spettacoli dal vivo;
  • Iniziative coerenti con le attività individuate nell’ambito del piano triennale dell’offerta formativa delle scuole e del Piano nazionale di formazione, di cui articolo 1, comma 124, della legge n. 107 del 2015 (Buona Scuola).


PRECARI – Da quando è stata introdotta questa agevolazione, i docenti precari si sono sempre sentiti esclusi, se non discriminati. Diverse sono state le battaglie sindacali nel corso degli anni, la più significativa è ancora oggi portata avanti dall’Anief che, tramite il suo leader Marcello Pacifico, rivendica per i 250mila precari che ricevono cattedre ogni anno (quindi un quarto dell’organico totale) lo stesso diritto alla formazione dei docenti di ruolo. Inoltre, la spesa annua per il bonus ammonta a 381,137 milioni di euro, quindi, almeno nell’immediato, appare abbastanza remota l’ipotesi che venga allargato anche ai precari, soprattutto tenendo conto degli aumenti di stipendio previsti nel nuovo contratto scuola.

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