Quando si tornerà a scuola senza mascherina? Questa è una delle domande più frequenti che circolano tra
docenti ed alunni, ma non è ancora chiaro quale risposta seguirà e soprattutto quando. Sull’argomento
sono tante le correnti di pensiero che spaziano dall’eccessiva cautela alla mancanza di buon senso: non
esiste nessuna verità assoluta ma solo la ricerca della migliore soluzione possibile per la scuola. Qualche
giorno fa a smuovere le acque ci ha pensato l’assessore altoatesino alla scuola in lingua tedesca, Philipp
Achammer.
FATTI – La richiesta è partita dall’Alto Adige e il destinatario è stato il Ministro Bianchi, il tutto nel corso di
una videoconferenza sulle misure anti Covid-19: «Bisogna lavorare per togliere l’obbligo di mascherine in
classe», questa l’istanza presentata verbalmente dal politico altoatesino. La base del discorso poggia su un
allentamento generale delle restrizioni, che all’interno della scuola coinvolgerebbe soprattutto la rimozione
di un elemento di prevenzione come la mascherina. Tale processo sarebbe di facile attuazione nei confronti
dei soggetti negativi ai test anti-Covid: infatti, nelle scuole dell’Alto Adige alunni e docenti hanno la
possibilità di sottoporsi facoltativamente ai test nasali, sfruttando i kit approvati dal Ministero e inoltre, la
regione partecipa al progetto di screening del Governo, che prevede test salivari da effettuare in ogni
singolo istituto. Tutto ciò proietta il Trentino-Alto Adige in prima fila nella classifica delle regioni italiane più
sicure nel monitoraggio e nella prevenzione. La richiesta, che ora dovrà essere analizzata dai piani
governativi, poggia su queste solide basi. Recentemente, sul tema delle mascherine a scuola, si è espresso
anche il pedagogista Daniele Novara, intervenuto sulle colonne de Il Corriere della Sera: «Andrebbero
eliminate quantomeno alla scuola primaria, se non altro, per risolvere alcune criticità e superare la
contraddizione di incontrare alla scuola dell’infanzia i bambini di sei anni senza mascherine per ritrovarli
soltanto due mesi dopo, alla scuola primaria, a volto coperto».
DISPONIBILITÀ – Il Ministro Bianchi si è mostrato aperto a questa soluzione, ma prima di approvarla in
blocco, si riserva di approfondire la questione da un punto di vista tecnico-giuridico. L’assessore Philipp
Achammer, dal canto suo, ha rafforzato la richiesta ricordando che molte famiglie in Alto Adige hanno
scelto un percorso di «homeschooling», optando per l’istruzione domestica o per gruppi organizzati dai
genitori stessi. Tale tendenza si sta allargando anche in altre regioni d’Italia, non solo al Nord. I dati statistici
di ottobre rivelano che le istruzioni parentali in Alto Adige, per le sole scuole in lingua tedesca, siano
arrivate a 575 domande circa e per la maggior parte afferiscono alla primaria.
ISTRUZIONE PARENTALE – Anche la modifica della legge sull’istruzione parentale, recentemente approvata
nel consiglio provinciale altoatesino, è stata oggetto di discussione tra Bianchi e Achammer: quest’ultimo
ha dichiarato che qualora il diritto venisse precluso, sarà dovere delle istituzioni intervenire a tutela di
bambini e ragazzi.
Diritto alla (d)istruzione pubblica
L’articolo 34 della nostra Carta costituzionale recita così: «La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti...