La scuola del futuro: l’atto di indirizzo del triennio 22-24

da | Set 30, 2021 | SUI BANCHI DI SCUOLA

Il mese di settembre è il gennaio della scuola, occasione di buoni propositi per gli studenti, che si ripromettono di essere più focalizzati, e per i docenti che riflettono su cosa e come farlo, dopo aver tirato le somme dell’annualità appena conclusa. Anche per l’attuale Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi è arrivato il momento di svelare le carte dopo il primo anno sotto la sua direzione. Nel mese di settembre, infatti, molte sono state le dichiarazioni giunte dal palazzo di Viale Trastevere, e uno dei documenti più importanti resta l’atto di indirizzo, che circoscrive quali siano le priorità assolute su cui il Ministero si
propone di lavorare nel triennio 2022-2024.

GLI ATTORI COINVOLTI – L’atto di indirizzo (da sempre un’ufficiale dichiarazione di intenti da parte del Ministero dell’Istruzione) è un documento sinergico, in quanto viene definito in coerenza con la documentazione del Ministero delle Finanze, strettamente legato alle politiche dell’istruzione, e con le azioni intraprese dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Centrale è anche il raggiungimento degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, sottolineati dall’Agenda 2030 dell’ONU, sempre più ispirativi per la politica scolastica
nell’ottica di una sostenibilità auspicabile.

GLI OTTO PUNTI DELL’ATTO DI INDIRIZZO – Entrando nello specifico, i punti individuati dal Ministro Bianchi come assolutamente prioritari sono: la garanzia del diritto di studio a qualsiasi studente e studentessa, senza eccezioni; il potenziamento dell’offerta formativa per ogni ordine e grado; la promozione dei processi di innovazione didattica e digitale, in una scuola che non vuole abbandonare la didattica digitale integrata e che vuole fare tesoro dell’esperienza di digitalizzazione forzata; la promozione di politiche volte alla valorizzazione del personale scolastico, con l’obiettivo di concorsi annuali, aumento degli stipendi e promozione di corsi di formazione (tra cui uno obbligatorio per le attività a sostegno degli studenti con disabilità); l’incentivo verso l’edilizia scolastica, che deve recepire l’idea di ambienti di apprendimento in chiave innovativa; il rilancio dell’autonomia scolastica, con la valorizzazione del sistema nazionale di valutazione; l’investimento sul sistema integrato 0-6, e il rafforzamento della capacità amministrativa e gestionale del Ministero.

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