Ormai quasi tutti gli studenti di ogni ordine e grado delle scuole italiane hanno varcato la soglia degli edifici scolastici dopo il suono, mai così atteso, della prima campanella che decreta il ritorno in presenza (e a una agognata normalità). In questo clima di giubilo però, arriva una prima tegola sulla scuola perché il TAR ha bocciato il nuovo modello di PEI previsto per quest’anno scolastico: vediamo nel dettaglio cos’è il PEI e le motivazioni del TAR.
MODELLO PER L’INCLUSIONE – Dietro l’acronimo PEI si nascondono le parole Piano Educativo Individualizzato: si tratta del documento che gli insegnanti di un consiglio di classe compilano e condividono con i genitori di figli affetti da disabilità. Lungi dall’essere un mero atto burocratico, il PEI aiuta a stabilire le metodologie, le programmazioni, gli interventi formativi e didattici necessari, e modulati in base ai differenti tipi di difficoltà; si stila quindi, dopo un’ampia osservazione iniziale ed è continuamente rivalutabile e rinegoziabile, motivo per cui il Gruppo Operativo per l’Inclusione, composto da tutti i soggetti coinvolti (ASL, scuola, genitori), è convocato più volte durante l’anno a scopo di monitoraggio. Non è da confondersi con il PDP (Piano Didattico Personalizzato) che è invece la documentazione da compilare in caso di alunni affetti da disturbi specifici di apprendimento, o che rientrano nei bisogni educativi speciali a causa di disagi familiari, linguistici, culturali. Già da un anno, il Ministero dell’Istruzione aveva comunicato la generale necessità di adeguamento a un modello unico nazionale condiviso.
LA DECISIONE DEL TAR – Nonostante la decisione del Ministero, un ricorso al TAR del Lazio rimette in discussione tutto. Con sentenza n. 9795 del 14 settembre 2021 è stato infatti bocciato il decreto Interministeriale (Istruzione ed Economia) numero 182 del 2020, recante l’adozione del modello nazionale di PEI e delle correlate linee guida, nonché le modalità di assegnazione delle misure di sostegno agli alunni con disabilità. Le motivazioni che hanno portato a questa decisione sembrerebbero tre: in primo luogo, viene criticato l’utilizzo dello strumento del decreto al posto di un regolamento, come era precedentemente avvenuto per altri cambiamenti in merito alla stessa materia; inoltre, non è accettabile il cambiamento del Gruppo Operativo, in quanto differente da quanto stabilito dalla norma primaria; infine, è un punto ambiguo anche l’esonero di alcune materie per determinati alunni con disabilità. La decisione, quindi, è determinata da errori procedurali che, di fatto, inficiano la validità della riforma.
SCUOLE NEL CAOS – L’effetto principale di tale ricorso è che le scuole e, conseguentemente famiglie e genitori, vivono un’impasse di difficile risoluzione, un vuoto normativo che rischia di divenire un vero e proprio boomerang per l’organizzazione della didattica. Il PEI, infatti, va condiviso entro la fine di ottobre per permettere il prima possibile degli insegnamenti quanto più aderenti alle esigenze dei ragazzi. Senza questo documento, le scuole si trovano impossibilitate all’applicazione della norma, a tutto danno dei ragazzi con disabilità.