Scuola: l’Autunno del nostro scontento(?)

da | Ago 25, 2021 | IN PRIMO PIANO

Settembre si avvicina e il fantasma della Dad continua a trascinare le proprie catene lungo i corridoi delle scuole italiane visto che, dati alla mano, la variante Delta sta portando il virus fra i giovani, molto più dei precedenti ceppi e il caso della Scozia, che con la riapertura delle scuole ha registrato un’impennata dei contagi, allarma i pediatri che raccomandano l’uso di mascherine, il distanziamento tra studenti e le verifiche sul trasporto pubblico; la prova del nove (patologica) è Israele che non ha conosciuto alcun aumento dei contagi col rientro in classe, e questo perché lì non c’è stata la diffusione della variante Delta.

Proprio quest’ultima, inoltre, ha prodotto fra i più giovani sintomi ben peggiori rispetto al Covid di un anno fa (vedi, ad esempio, le polmoniti interstiziali), e va considerato che è proprio la scuola a veicolare la diffusione del virus direttamente in famiglia.

BIANCHI

Al meeting di Rimini del 22 agosto scorso, il Ministro dell’Istruzione ha dichiarato: «abbiamo un set di regole chiare, date ovviamente seguendo le indicazioni del Cts. Indicazioni che dicono in maniera molto evidente che tutti coloro che hanno un Green Pass saranno presenti all’inizio della scuola a settembre. Tutti gli altri, sia i docenti che il personale scolastico, come dice la norma attuale, ovviamente saranno sospesi».

Bianchi ha poi proseguito sottolineando la centralità del rientro a scuola di bambini e ragazzi, come una questione non solo governativa ma dell’intero Paese che riparte proprio dall’istruzione, mentre l’impegno delle istituzioni a non mollare sugli esami di maturità arrivando a tenere aperte le scuole anche in estate, poggia su un inedito investimento di oltre due miliardi di euro.

La fiducia di Bianchi va proprio ai ragazzi, visto che fra i 16 e i 19 anni si è già raggiunto e superato il 60% di vaccinati, e se da un lato l’ex assessore alle politiche europee della Regione Emilia raccomanda sempre l’uso della mascherina fra gli studenti, dall’altro si pronuncia su temi caldi come i trasporti pubblici (sembra inverosimile il già poco efficace limite dell’80% di riduzione di capienza dei bus, al punto che si sta parlando di scaglionamento orario) o il sovraffollamento delle aule.

Una particolare tutela va offerta ai ragazzi «fragili», visto che in Italia da 0 a 18 anni sono circa un milione i giovani a rischio comorbilità.

OBBLIGO VACCINALE? UN EVERGREEN (PASS)

Ormai da mesi l’opinione pubblica e la sua cristallizzazione politica (più o meno populista) si divide fra favorevoli e contrari all’obbligo vaccinale. Di recente Abrignani, immunologo della Statale di Milano, Giulio Rasi, consulente del Generale Figliuolo e in modo veemente Toti, il Governatore della Liguria, si sono espressi positivamente sulla possibile introduzione di una simile misura, ma è stato Fabio Cicigliano (membro del Cts fin dall’inizio dell’emergenza Covid) a supportare con maggiore energia la sua possibile adozione ricordando che il 95% dei pazienti attualmente in terapia intensiva non è vaccinato e che il ciclo vaccinale completo protegge al 95% dalla malattia grave e al 97% dalla morte: l’esperto ricorda la lista di vaccini obbligatori già previsti tra i 0 e i 16 anni ipotizzando l’estensione di quello anti-Covid solo per alcune fasce della popolazione (più fragili e esposte) e ricordando che attualmente, aver collegato i test antigenici al green Pass, è stato un modo per tutelare la libertà di chi non vuole vaccinarsi e non un deterrente per la campagna vaccinale.

Enrico Letta, il segretario del Partito Democratico, è uno dei maggiori sostenitori dello slogan «mai più Dad», anche alla luce dei disastrosi dati degli Invalsi e dei traumi generazionali causati dalla didattica a distanza, ma più che all’obbligo vaccinale si è dimostrato favorevole «alla massima estensione del Green Pass».

UN RIEPILOGO

Le scuole anche quest’anno distribuiranno mascherine chirurgiche sia agli studenti che al personale, mascherine che dai sei anni in su saranno obbligatorie al banco, nelle scuole materne usate solo dagli insegnanti, e nelle classi con non udenti, trasparenti.

Tra banco e cattedra il distanziamento sarà, ove possibile, di due metri e fra i banchi di un metro, anche se in quest’ultimo caso si tratta ormai non più d’un obbligo ma di una semplice raccomandazione; alcune scuole sono già dotate di apparecchi filtranti per il ricambio d’aria ma il Governo ha stanziato dei fondi in merito ed anche se ogni istituto decide per sé, è fortemente consigliato tenere le finestre aperte.

Per ciò che concerne il delicato tema dell’entrata e dell’uscita, un solo genitore può accompagnare il figlio a scuola, sono previsti dei turni per evitare gli assembramenti negli istituti e sui mezzi pubblici, e la temperatura corporea sarà misurata a casa e non all’ingresso.

Il Green Pass è obbligatorio per il personale scolastico e per chiunque entri a scuola. Chi non è vaccinato, guarito dal Covid, o esentato dal vaccino, deve sottoporsi a tampone (a sue spese) ogni 48 ore. A controllare il Green Pass sarà il preside o un suo delegato di fiducia ma il Governo e il Garante della Privacy sono al lavoro per trovare una soluzione più fluida.

Il distanziamento verrà garantito anche per le mense (tramite turnazione) e per le palestre (favorendo gli sport individuali), mentre gli insegnanti senza Green Pass, dal primo settembre al 31 dicembre, oltre a non poter accedere agli istituti, se non provvederanno entro quattro giorni saranno sospesi (senza stipendio) e rimpiazzati al quinto giorno da un supplente.

Diffusione capillare del Green Pass o obbligo vaccinale, settembre si annuncia un mese irto di nodi da sciogliere per la scuola italiana e mentre in Sicilia e in Calabria risalgono i contagi (e le relative restrizioni) il caso di Rimini, provincia anomala in Emilia col suo alto numero di contagi, ci ricorda, essendone la capitale morale, il fenomeno di calcificazione della cultura no vax (eccezione tutta romagnola all’adagio «in media stat vir(t)us»).

Germano Innocenti

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