Uno dei provvedimenti che ha fatto più discutere ultimamente nel mondo della scuola è la necessità di green pass per docenti e studenti maggiorenni. Il decreto, approvato dal Consiglio dei Ministri, estende l’obbligo del pass, già previsto il 6 agosto per l’accesso a molte attività, anche al mondo della scuola e ai mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Le nuove misure saranno valide dal primo settembre e sono passate al netto di posizioni non sempre convergenti, anche nella stessa maggioranza di governo. Ripetiamo i requisiti per ottenere il pass:
REQUISITI – Per ottenere il pass, bisogna rispettare le seguenti casistiche:
- Aver preso parte alla campagna vaccinale; nel caso di vaccini con più di una dose, il pass sarà disponibile dal quindicesimo giorno successivo alla prima somministrazione e fino al giorno del richiamo. Dalla conclusione del ciclo, il pass avrà una validità di 270 giorni;
- Essere risultati «negativizzati» al virus: in tal caso, il pass avrà una durata di sei mesi dall’avvenuta negativizzazione;
- Essersi sottoposti a tampone con risultato negativo: in questo caso il pass andrà rinnovato ogni 48 ore.
- Essere in possesso di esenzione vaccinale
POSIZIONI – Fatta eccezione per la Lega, contraria al pass in ambito scolastico, l’attuale maggioranza del governo Draghi si è mostrata tendenzialmente compatta nel riconoscere la necessità del decreto-legge, nell’ottica di un rientro in sicurezza tra le mura scolastiche. Fa invece discutere, anche all’interno della stessa maggioranza, la decisione di sanzionare il docente assente per più di cinque giorni a causa di un pass non valido, sanzione che comporterebbe la decurtazione dello stipendio. Anche i dirigenti scolastici lamentano dei disagi legati all’introduzione del pass: non solo si avrà un ulteriore aggravio di lavoro, ma questa comporterà anche sanzioni pecuniarie fino a 1000 euro, in caso di inadempienza.
SINDACATI – anche il fronte sindacale si è espresso sul provvedimento che entrerà in vigore dal primo settembre: Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato UDIR, sottolinea come sia poco consono chiedere ai Dirigenti Scolastici il controllo del pass, sia perché questo si riferisce a una “banca dati negata dal Garante della privacy e personale adatto”, ma anche perché trasformerebbe la scuola in un’istituzione carceraria. Luigi Sbarra, segretario generale della CISL, sottolinea come, di fatto, la necessità del green pass sia un obbligo vaccinale mascherato, in quanto il dispendio economico e di tempo (tre tamponi a settimana) non può che portare alla vaccinazione di coloro che avrebbero, per libera scelta, evitato di farlo. Non manca chi, come la Gilda, rimarca l’incoerenza di imporre il pass solo al personale docente ed ATA e non agli alunni, o le posizioni più estreme, come quella di ANIEF, che si è mostrata decisamente non favorevole a qualsiasi forma di imposizione. È utile sottolineare, infine, che l’opposizione al pass non esprime una posizione contraria al vaccino: molti docenti, vaccinati, sono contrari alla forma di controllo del pass e non al vaccino in sé.