Dad, scarsa confidenza dei docenti con la tecnologia: problemi e soluzioni

da | Mag 19, 2021 | IN CATTEDRA

Da ormai un anno studenti e insegnanti sono alle prese con la didattica a distanza. Fino al marzo scorso questa nuova frontiera digitale sembrava lontana anni luce; in pochi mesi invece, a causa del perdurare dell’emergenza covid, è diventata una realtà sempre più attuale. Nell’anno scolastico 2020/2021 l’attività didattica da remoto è stata alternata a quella in presenza ma i problemi relativi a distrazioni, verifiche e apprendimento, sono rimasti. Uscendo dalla sfera didattica e soffermandoci su quella prettamente multimediale, uno dei talloni d’Achille della Dad è stata la scarsa dimestichezza del personale docente con gli strumenti tecnologici. A certificarlo sono i dati emersi dal rapporto Italia 2021 dell’Eurispes.

PROBLEMI – Lo studio accerta che tra i maggiori problemi riscontrati dai docenti ci sono: i pochi feedback ricevuti dagli allievi; un gap di competenze con gli strumenti degli alunni; difficile socializzazione; perplessità nel gestire i passaggi temporali in classe; alta probabilità di distrazione durante le lezioni. Tornando al problema originario, la difficoltà digitale dei nostri docenti potrebbe dipendere da un ulteriore dato: nella penisola infatti è presente la più alta percentuale di insegnanti over 50 tra i paesi dell’Ocse (pari al 59%). L’età media dei docenti in Italia corrisponde infatti a 51 anni, mentre in Spagna e Francia si scende rispettivamente a 44 e 41.

SOLUZIONI – Questi dati evidenziano (e in parte spiegano) la scarsa dimestichezza del corpo docente cogli strumenti digitali utili allo sviluppo della didattica a distanza, quali pc, smartphone, tablet. Come si potrebbe ovviare a questo problema? Basterebbe introdurre dei corsi online formativi per tutti i docenti, così da evitare disuguaglianze nella categoria.
Il conseguente sviluppo della figura del «docente digitale» rappresenta una sfida per tutto il Paese. Secondo il Rapporto Coop (2020), il 42% dei manager italiani affida all’istruzione gran parte della ripresa dell’Italia dopo la pandemia. Affidandoci sempre alle percentuali, il 61% degli italiani confida sulla modernizzazione degli strumenti didattici, al contrario per il 40% l’evoluzione digitale potrebbe attuarsi semplicemente avvicinando gli studenti alle tecnologie. Da qualsiasi angolazione si guardi il problema, che si tratti di docenti o studenti, la parola chiave è formazione: soltanto in questo modo si potrà raggiungere un’omogenea «cultura digitale».

Luca Palmieri

Articoli Recenti

La nuova lotta di classe (turistica)

La nuova lotta di classe (turistica)

C’erano una volta le classi agiate che vivevano di rendita e disponevano illimitatamente del tempo libero («leisure time») organizzando dei «Grand Tour» in giro per il mondo che poi divenivano libri o album fotografici da esibire durante un tè o fumando tabacco...

Overtourism: un problema «capitale»

Overtourism: un problema «capitale»

Correva l’anno 2015 quando, in visita a Barcellona durante una torrida estate, m’imbattei in uno striscione su un palazzo del Barrio Gòtico che in un inglese esclamativo intimava ai turisti di rispettare il sonno e la tranquillità dei residenti; nove anni dopo, una...