Dal 7 aprile sono tornati a scuola a pieno regime gli alunni della scuola dell’Infanzia, della Primaria, e del primo anno della secondaria di primo grado. Questo è il provvedimento preso per l’istruzione, col premier Draghi che conta di far concludere agli studenti l’anno scolastico tra i banchi di scuola.
OBIETTIVO RIENTRO – Il presidente del Consiglio sembra deciso a restituire ai giovani quella normalità che manca ormai da un anno e, dopo aver potenziato la campagna vaccinale per gli over 70, ha l’obiettivo di riaprire le aule degli istituti superiori, costretti ancora alla didattica a distanza. Tra il dire e il fare però, c’è di mezzo il Covid che stenta ad arrendersi, complici anche le numerosi varianti diffuse sul territorio nazionale negli ultimi mesi. A tal proposito, come bisognerebbe comportarsi se nei giorni successivi al rientro dalle festività pasquali, se dovesse esserci uno studente positivo?
DETTAGLI – Illustriamo i protocolli imposti dal Comitato tecnico scientifico al momento del riproporsi delle lezioni in presenza. Stando a quanto riportato dalle Faq divulgate dal Ministero della Salute, nel momento in cui viene accertata la positività di un alunno al SARS-CoV-2, il Dipartimento di Prevenzione comunica il caso e inizia la tracciabilità dei contatti avuti, con conseguente sanificazione straordinaria della classe in cui è presente il soggetto in questione. Contestualmente a questo, il referente scolastico Covid 19, deve fornire al Dipartimento di Prevenzione la lista dei compagni e degli insegnanti che sono venuti a contatto con il ragazzo fino a 48 ore prima il manifestarsi dei sintomi. Dopo le attività di «contact tracing», per coloro che verranno ritenuti “contatti stretti” del soggetto positivo, verrà disposta una quarantena di 14 giorni ad iniziare dalla data dell’ultimo incontro con lui, oppure un isolamento di 10 giorni, ma con il test antigenico o molecolare sostenuto proprio il decimo giorno.
Luca Palmieri