«Si» alla scuola d’estate, ma senza lezioni: questa l’idea del Comitato di esperti

da | Mar 4, 2021 | IN CATTEDRA

Il nuovo comitato di esperti istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione, sta cullando l’idea di aprire le scuole anche in estate, senza però svolgere attività didattica. L’iniziativa è propedeutica alla promozione di attività educative di tipo musicale, artistico e sportivo. Quindi l’apertura dei plessi scolastici nei mesi estivi non riguarderebbe un prolungamento delle lezioni, né tantomeno un recupero di quanto previsto durante l’anno.

OBIETTIVI – La possibilità di un calendario scolastico esteso fino a giugno, ipotizzata dal governo Draghi al momento dell’insediamento, è di fatto tramontata. Ad avvalorare ciò, è stato uno degli esperti che il Ministro Patrizio Bianchi ha interpellato per le valutazioni sui tanto discussi recuperi post-DaD. Lo stesso ministro, durante un incontro coi sindacati, ha ribadito che la scuola in questi mesi è sempre stata in funzione (in presenza o a distanza) sottolineando l’importanza di valorizzare il lavoro fatto, perché costituisce un patrimonio da raccogliere e divulgare. In quella circostanza Bianchi ha dichiarato di avere attivato un gruppo di lavoro costituito da personale del Ministero, figure impegnate nel territorio, dirigenti scolastici, insegnanti e esperti in materia di disuguaglianze. Uno degli esperti, Franco Lorenzoni, ex maestro elementare attualmente in pensione, in un’intervista all’agenzia di stampa Dire, ha dichiarato: «Non chiediamo ai docenti di andare a insegnare a luglio e agosto. L’ottica è che le scuole si aprano anche ad altri soggetti, senza assolutamente privatizzare l’istruzione pubblica. Del resto il ministero aveva già parlato di patti educativi di comunità la scorsa primavera e il nostro Comitato si inserisce in quella linea. Dobbiamo far si che le scuole diventino sempre più centri di elaborazione culturale aperti alla città tutto il tempo, aumentando l’offerta educativa e culturale a partire dai territori più deprivati».

DETTAGLI-Lo scopo del Comitato di esperti è quello di pensare ai diversi gradi d’istruzione. L’idea d’origine è quella di utilizzare questa emergenza per rimodellare la scuola, iniziando dalle problematiche già esistenti che il virus ha solo evidenziato. Nei due incontri già svolti sono state fissate delle priorità: riduzione del numero di alunni per singola classe, estensione del tempo pieno nel sud e nelle aree interne, investimenti sulla fascia d’età 0-6  (in particolare nei nidi) e un rafforzamento dell’istruzione tecnico-professionale. Inoltre è sempre caldo il tema dell’edilizia scolastica, con edifici obsoleti che necessitano quanto prima di una messa in sicurezza. Così si è espresso il Comitato di esperti: «Dobbiamo progressivamente mettere in sicurezza tutte le scuole, costruirne di nuove e ripensare gli spazi perché bambini e ragazzi hanno diritto di abitare luoghi educativi adatti alla ricerca e alle esperienze più varie. Tutte le scuole, compresi gli spazi che le circondano, devono poter ospitare laboratori adatti a svolgere esperienze ricche e varie perché  lo spazio è il terzo educatore. Investire sulla bellezza delle scuole vuol dire offrire ai più giovani l’idea che la conoscenza sta a cuore alla nostra società. Stiamo caricando sulle spalle dei nostri figli e nipoti un debito pubblico di enormi proporzioni e l’unico risarcimento che possiamo dar loro sta nell’investire in educazione, istruzione e ricerca. Non ci possiamo permettere di essere il penultimo paese in Europa quanto a percentuale di laureati».

Luca Palmieri

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