In base al Dpcm del 16 gennaio le scuole in zone gialle e arancioni assicurano ai propri studenti lezioni in presenza, mentre dal 18 gennaio, per ciò che concerne le scuole superiori, la didattica in presenza dev’essere garantita tra il 50% e il 75% dei discenti. Dalla seconda media alle quinte classi di scuola superiore, per le regioni in zona rossa, è prevista invece esclusivamente la Dad.
NUOVO DPCM – Il ministro Speranza e gli esperti del Cts segnalano un possibile aumento dei contagi in previsione della riapertura degli impianti sciistici, palestre e cinema ma anche per il possibile impatto delle nuove varianti: A tal proposito sempre il ministro ha riferito al Senato che il nuovo Dpcm, in arrivo dal 6 marzo a Pasqua, dovrebbe riconfermare le misure in atto dando però una maggiore facoltà discrezionale ai singoli governatori delle regioni in base all’evoluzione (o involuzione) del virus. Fra le priorità in agenda dare il via alle prenotazioni dei vaccini per il personale scolastico, argomento che i sindacati della scuola hanno messo in evidenza nel recente incontro col nuovo ministro dell’istruzione Bianchi. Gli altri temi caldi da affrontare saranno le ad, le chiusure e riaperture degli istituti in base all’andamento dei contagi, la stabilizzazione dei precari e il prolungamento dell’anno scolastico. Quest’ultimo argomento, e cioè il prolungamento delle scuole fino al termine di giugno, inizialmente ventilato da Mario Draghi stesso, è stato escluso dal ministro Bianchi che, venendo incontro al personale della scuola lodandone l’impegno costante, ha evidenziato l’impossibilità per i docenti di seguire contemporaneamente le prove d’esame e i recuperi.
Si ripartirà quindi a settembre e, mentre il Governo attiva un gruppo di lavoro composto da: personale del Ministero, dirigenti scolastici, insegnanti ed esperti che operano sul territorio, che si occupi di “tempi e luoghi della scuola e sul modello operativo per recuperare i gap di socialità e apprendimento individuale”, Maddalena Gissi della Cisl afferma che «qualunque soluzione non deve essere calata dall’alto», ma dovrà essere mediata da ciascun territorio e realtà particolare scolastica, anche chiamando in causa, qualora ne ricorra la necessità, la terza parte.
IL CASO – Nonostante la Puglia sia in zona gialla e il Tar abbia autorizzato la riapertura di tutte le scuole, il governatore Emiliano prolunga la Ddi fino al 14 marzo, «per non esporre a rischio di contagio (per garantire la didattica in presenza) insegnanti e personale scolastico, avendo già disponibile un vaccino che potrebbe azzerare ogni complicanza» [dalla nuova ordinanza].Naturalmente sono esclusi da tale ordinanza e possono svolgere lezioni in presenza “gli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali”. Resta la possibilità per le famiglie di richiedere la didattica in presenza presso le scuole dell’infanzia e del ciclo primario dove, a differenza delle scuole superiori, è stata rimossa la soglia del 50%.
I genitori del coordinamento Priorità della scuola di Puglia protestano e in un documento diffuso chiedono il commissariamento della Regione, incapace a loro avviso di dare concrete risposte e rea di nascondere il fallimento della gestione sanitaria, scaricando la responsabilità sulla scuola, abbandonandola a se stessa.
Di fatto questa discussa ordinanza, sul margine discrezionale concesso al governatore, anticipa la ratio del nuovo Dpcm.
Germano Innocenti