Il nuovo DPCM sta relegando nelle proprie abitazioni più del 50% degli studenti italiani costretti, dalle restrizioni attualmente in atto, a svolgere le lezioni a distanza. Già prima di questo nuovo emendamento la didattica digitale era entrata in vigore in alcune regioni, come la Puglia e la Campania, adesso è stata estesa dalla seconda media fino all’ultimo anno delle scuole superiori anche nelle regioni rosse: Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta.
CASI DIDATTICA IN PRESENZA – Ci sono dei casi in cui la didattica in presenza continua. A spiegarlo è una circolare diramata dal Ministero, secondo cui, ci sarebbero delle categorie a cui sarebbe permesso di seguire le lezioni in presenza. Ad esempio i convittori e le convittrici potranno frequentare regolarmente l’attività in presenza, qualora la scuola e il convitto appartengano allo stesso edificio o in edifici situati nella struttura. Diverso invece per i semi-convittori e semi-convittrici, che dovranno proseguire con la didattica digitale integrata. Laddove sarà possibile garantirla, la didattica in presenza continuerà anche nelle attività della scuola in ospedale e nei progetti di istruzione domiciliare. Per far si che questo accada però, occorre uno stretto rapporto tra medici e famiglie, affinché il tutto si svolga nella massima regolarità.
FIGLI PERSONALE SANITARIO – Inoltre, ogni singolo dirigente scolastico, può coinvolgere nelle lezioni in presenza i ragazzi con disabilità o bisogni educativi speciali. Il tutto si svolgerà con un gruppo di allievi della classe di riferimento (a rotazione o sempre gli stessi), così che non venga meno quella relazione interpersonale, fondamentale per un inserimento e partecipazione effettiva degli studenti. La scuola, inoltre, dovrà garantire le lezioni in presenza anche a quegli alunni che non dispongono di Pc o tablet. A questa categoria potranno aggiungersi anche i figli di medici e operatori sanitari (infermieri, operatori socio-sanitari o socio-assistenziali), impegnati in prima linea nella lotta al COVID-19, qualora ci fossero espresse motivazioni che lo richiedessero.
Nel prossimo articolo approfondiremo proprio l’aspetto degli alunni BES (con bisogni educativi speciali) e il loro diritto all’istruzione ai tempi del COVID