Abbiamo già visto in uno scorso articolo (https://ilmondoscuola.it/flipped-classroom-studenti-protagonisti-attivi-delle-loro-lezioni/) cosa si intenda per Flipped Classroom: ecco un esempio pratico di come potrebbe strutturarsi in ambito umanistico.
FASE DAL LAVORO A CASA – Facciamo un esempio pratico: come docente di storia dell’arte, in una classe abbiamo deciso di presentare la vita e le opere di Artemisia Gentileschi. Su questo argomento possiamo a questo punto elaborare diverso materiale da fornire ai nostri studenti: documentari sul personaggio, facilmente reperibili in rete; saggi critici e pagine da manuale di storia dell’arte; perfino video-lezioni preparate da noi stessi. Devono essere fonti chiare, sintetiche, facilmente fruibili anche da parte di chi è all’oscuro dell’argomento e che forniscano i dati basilari sull’artista. Tutto questo materiale sarà fornito ai ragazzi in anticipo. Il loro compito a casa sarà quello di leggere i testi, guardare i video, archiviare tutte le informazioni chiave sull’artista trattato.
FASE DEL LAVORO IN CLASSE – Arrivato il giorno dell’inizio delle lezioni capovolte su Artemisia, il docente inizierà con la verifica degli argomenti: agli studenti saranno poste domande dirette sui punti chiave dell’argomento: in quale periodo storico e in quali luoghi è vissuta Artemisia; chi era suo padre e perché fu importante nella sua formazione; di quale scuola pittorica faceva parte; come trattava le iconografie tradizionali del tempo e quali erano i temi fondamentali della sua pittura.
Appurate le conoscenze, il docente inizierà con la divisione dei gruppi e delle attività. Una classe di venti studenti, per esempio, sarà divisa in quattro gruppi da cinque. Ogni gruppo occuperà fisicamente uno spazio diverso della classe, attrezzato di aree per la creazione e strumenti di ricerca digitale. Una divisione fisica potrebbe apparire come un dettaglio secondario, ma è invece importante per dare agli studenti un senso di unità dei singoli gruppi, dinamismo del lavoro collettivo e suddivisione dei compiti che dovranno portare al fine ultimo di avere un quadro completo e variegato dell’argomento.
LA SUDDIVISIONE DEI COMPITI – A ogni gruppo l’insegnante darà un compito: il gruppo A si dovrà occupare di fare una ricerca approfondita sul contesto storico in cui Artemisia è vissuta, compilando una bibliografia e sitografia di tutte le fonti utilizzate e costruendo materialmente una linea del tempo dove inserire i fatti storici più importanti del periodo e gli eventi salienti della vita dell’artista; il gruppo B dovrà fare una ricerca sulle donne nella storia dell’arte, elaborando una tesi collettiva sul ruolo della donna come artista “nell’ombra” ed elaborando un lavoro grafico, sotto forma di cartellone o presentazione digitale, attraverso cui far luce su alcuni dei nomi femminili più importanti dell’arte, dalle origini ai giorni nostri; il gruppo C dovrà fare una ricerca sulle iconografie di Artemisia, il suo modo di reinterpretare soggetti consueti dell’arte religiosa del seicento, facendo un confronto iconografico con artisti a lei contemporanei e non e costruendo con le immagini messe a confronto un album digitale da immettere su un portale Internet quale Pinterest o Instagram; il gruppo D dovrà invece studiare Artemisia come arista della scuola caravaggesca, mettendola a confronto con Caravaggio e gli altri esponenti della corrente ed elaborando un’infografica che mostri le maggiori influenze del Maestro riguardo il disegno, il colore, la luce, la prospettiva, le iconografie e la maniera di rendere alcuni elementi chiave come mani, occhi, volti, animali.
UN ESEMPIO DI FLIPPED CLASSROOM, LE VISITE GUIDATE E I TOUR VIRTUALI – L’intero gruppo classe, per creare un momento di ricerca collettiva, potrebbe anche svolgere un’ulteriore raccolta di dati compilando una lista delle opere di Artemisia presenti nei musei e gallerie del territorio e non, con lo scopo finale di far entrare gli studenti in contatto diretto con le opere e il loro contesto: le opere presenti sul territorio potranno essere visitate, chiedendo agli studenti di assumere il ruolo di guida, in base ai risultati dell’esperienza della classe capovolta stessa; in caso di opere lontane, o nelle dinamiche della DAD, i musei potranno essere visitati tramite tour virtuale, in cui il docente guida gli studenti dal proprio computer, chiedendo loro di intervenire per illustrare le opere incontrate durante le ricerche per la flipped classroom.
L’ASPETTO INTERDISCIPLINARE – Ogni gruppo di lavoro, oltre ad avere a disposizione un proprio spazio e un proprio strumento di ricerca per tutta la durata del lavoro, avrà anche la possibilità di confrontarsi con docenti di materie diverse per ricevere supporto e validazione, come per esempio il docente di storia per la linea del tempo, quello di scienze umane per il ruolo della donna nell’arte, l’insegnante di materie tecniche e magari informatiche per l’elaborazione dell’album digitale e un docente di discipline pittoriche per studiare le tecniche caravaggesche dell’artista.
IL TERMINE DEI LAVORI – Alla fine delle settimane di lavoro, agli studenti sarà chiesto di presentare ai propri compagni e all’insegnante i frutti delle loro ricerche, anche sotto forma di materiale prodotto. Ogni gruppo avrà così contribuito a delineare un aspetto diverso e complementare dell’argomento, che sarà appreso da tutti in maniera più completa e organica e con la soddisfazione di aver lavorato in modo indipendente, senza nessun inculcamento di saperi e producendo qualcosa di tangibile.
IL RUOLO DEL DOCENTE NELLA FLIPPED CLASSROOM – L’insegnante, in tutto questo processo, deve solo ricoprire il ruolo di “capocantiere.” Gestire il lavoro, muovendosi fisicamente tra un gruppo e un altro all’interno della classe, per spingere la ricerca nella giusta direzione, fornire supporto tecnico laddove necessario, incoraggiare al pensiero critico e alla giusta selezione delle fonti, aiutare nella strutturazione del prodotto finale e nella suddivisione dei compiti all’interno del gruppo stesso.
I protagonisti, però, restano gli studenti, che alla fine dell’esperienza non avranno più la sensazione di essere ascoltatori passivi, ma creatori del proprio sapere.