Nello specifico, per i ragazzi con DSA è stata un’esperienza a luci ed ombre, poiché diversi sono gli aspetti sui quali porre attenzione.
Un aiuto è arrivato dai docenti che hanno saputo leggere e sostenere l’importanza del feedback: non serviva solo alleggerire il carico di compiti a casa, senza banalizzare o semplificare eccessivamente i contenuti del curricolo, ma soprattutto fornire risposte tempestive ed adeguate, di natura formativa.
Come ci ricorda una Dirigente Scolastica, formatrice scuola AID, “quando si assegna un compito, questo deve essere sempre corretto, perché l’alunno deve avere un ritorno per comprendere meglio quali siano le sue difficoltà, quali concetti ha interiorizzato e su quali apprendimenti invece non ha padronanza e quindi deve insistere.”
Un altro tema interessante è quello dell’organizzazione del lavoro. Gli alunni con disturbo specifico di apprendimento facilmente si disorientano, perdono i punti di riferimento e rischiano di non afferrare più il senso logico degli apprendimenti che vengono proposti. Le loro difficoltà di memorizzazione e di assimilazione presenti a scuola si sono acuite nella didattica a distanza, privati della possibilità di supervisione ravvicinata da parte del docente. Inoltre in una relazione a distanza, non sufficientemente gestita dalla scuola, gran parte del lavoro di gestione e organizzazione del materiale di studio è stata demandata alla collaborazione delle famiglie, non tutte in grado di supportare e sostenere efficacemente il figlio.
È necessario fornire ai ragazzi con bisogni educativi speciali gli strumenti corretti per lavorare sul metodo e sull’organizzazione dello studio: bisogna aiutarli ad apprendere come studiare, come sintetizzare i concetti appresi, come strutturare una mappa concettuale, come recuperare le informazioni pregresse e come affrontare i nuovi argomenti. Sicuramente questi dovrebbero essere gli obiettivi fondamentali della didattica in generale e, quindi, anche della modalità a distanza.
I docenti avrebbero dovuto selezionare consapevolmente i contenuti essenziali, promuovendo l’acquisizione di un metodo di studio, proponendo un approccio interdisciplinare che permettesse ulteriori approfondimenti attraverso i contenuti multimediali. Vi era la possibilità di offrire nuovi scenari, non sempre presenti nella didattica ordinaria, che potevano consentire, in questa situazione, forme più incisive di fissazione dei contenuti.
La didattica a distanza ha avuto il valore di permettere la conclusione, anche se con molte criticità, dell’anno scolastico, aiutando alunni e insegnanti a mantenere un rapporto e a riconoscersi in una dimensione sociale.
È stata proprio la didattica a distanza a rilanciare e affermare l’importanza e la bellezza della didattica in presenza.
Dott.ssa Maria Enrica Bianchi e Dott.ssa Cristina Fabbri
docenti e formatrici AID