“Flipped classroom: studenti protagonisti attivi delle loro lezioni”

da | Giu 26, 2020 | SUI BANCHI DI SCUOLA

FLIPPED CLASSROOM: STUDENTI PROTAGONISTI ATTIVI DELLE LORO LEZIONI

In questo periodo così particolare per la didattica, tanti docenti si sono trovati ad affrontare problemi e sfide continue per coinvolgere gli studenti in lezioni a distanza che, se non organizzate con il giusto dinamismo, rischiano di diventare una trasmissione di informazioni fredda e noiosa, con scarsi risultati di apprendimento. È per questo che proprio adesso è sempre più necessario pensare a metodi di insegnamento alternativi, che abbiano come primo obiettivo quello di scatenare la curiosità e l’attività dei nostri ragazzi, sospesi in un limbo di noia e inattività, apatia nei confronti di un mondo cristallizzato e timori per il futuro.

FLIPPED CLASSROOM, UN MODELLO PER LA DAD E PER IL FUTURO – L’emergenza COVID è un momento in cui il ruolo della classe capovolta, o flipped classroom, potrebbe essere fondamentale, anche se è importante ricordarci che tali metodologie non sono esclusive della didattica a distanza, ma possono trovare continuamente applicazioni. Le scelte didattiche della classe capovolta sono infatti utili per una classe digitale, ma diventeranno ancora più entusiasmanti e fruttuose quando le lezioni torneranno alla normalità della presenza.

COS’É LA FLIPPED CLASSROOM – Nella classe capovolta viene ribaltato il concetto di lezione frontale. Tutti i partecipanti alla classe diventano protagonisti attivi di una lezione che, invece di essere solo un “travaso” di conoscenze, si rivela un momento di ricerca e creatività, indirizzate a una comprensione più profonda e pratica degli argomenti, favorendo il pensiero critico e insegnando la selezione e trasformazione dei dati appresi.

LE FASI DELLA FLIPPED CLASSROOM – I momenti fondamentali della classe capovolta sono due: un primo momento in cui interviene in maniera più diretta l’insegnante, non tramite lezione frontale ma attraverso elaborazione di materiali; un secondo momento in cui protagonisti attivi del lavoro sono gli studenti, mentre l’insegnante passa dal ruolo di divulgatore a quello di guida, iniziatore e “arbitro” di un lavoro svolto secondo regole preimpostate (ma mai completamente rigide). Questi due momenti possono essere divisi in ulteriori quattro fasi.

Nella prima fase, da svolgersi qualche giorno prima della prevista lezione capovolta, il compito dell’insegnante è quello di consegnare agli studenti del materiale alternativo che fornisca le informazioni essenziali dell’argomento trattato: si potrebbe trattare di una presentazione digitale, di un testo scritto o, idealmente, di una video-lezione. In questa fase il compito dello studente sarà quello di usufruire di tale materiale a casa, arrivando quindi in classe con dei dati già immagazzinati riguardo l’argomento che sarà fulcro della lezione capovolta.

La seconda fase, quella della lezione capovolta vera e propria, dovrebbe sempre iniziare con un dialogo aperto tra insegnante e studenti sull’argomento visionato a casa: attraverso delle domande mirate, tese a rispolverare i termini chiave dell’argomento trattato, l’insegnante dovrà appurare che gli studenti, grazie ai materiali forniti, siano in possesso delle informazioni base necessarie al corretto svolgimento del lavoro.

Una volta superato questo momento di verifica sintetica e rilassata, nella terza fase, l’insegnante assumerà il suo ruolo di guida e coordinatore. Dopo aver diviso la classe in gruppi di lavoro, esporrà ai ragazzi il tipo di attività alternativa da svolgere e li supporterà nell’uso dei materiali, degli strumenti tecnologici, favorendo una ricerca del sapere che deve nascere dall’individualità di ogni studente e dalle dinamiche del gruppo di studio. Da ogni momento di ricerca individuale e di gruppo dovrà poi nascere un lavoro tangibile, pratico, che potrà garantire allo studente la soddisfazione di vedere i propri sforzi di studio e ricerca concretizzati. Un lavoro che potrà svolgersi anche in più tappe, snodato su varie ore di lezione; che potrà essere multiplo, visto che ogni gruppo di lavoro potrà svolgere un’attività diversa; che potrà diventare anche un momento di trasversalità disciplinare, coinvolgendo docenti di materie diverse. Lavoro che, nella quarta e ultima fase, sarà esposto all’intera classe.

GLI STRUMENTI DELLA FLIPPED CLASSROOM – Ovviamente un tale approccio ha bisogno di strumenti adeguati: materiale pronto per essere inviato agli studenti prima delle lezioni, sotto forma di file testo, presentazione o video; uno spazio classe adeguato a una suddivisione del lavoro in gruppi, in cui ogni gruppo potrà essere libero di muoversi con facilità tra gli strumenti di ricerca e lo spazio adibito all’elaborazione delle informazioni e la creazione di nuovi materiali; strumenti di ricerca che siano sufficienti per tutti i gruppi della classe, idealmente un computer o tablet con collegamento Internet per ogni gruppo.

LA FLIPPED CLASSROOM PER LA DAD – E nella didattica a distanza? Sicuramente il distanziamento sociale non aiuta a creare dinamiche di gruppo efficaci, ma la classe capovolta digitale potrebbe essere una sfida interessante: gli studenti avranno a disposizione i propri strumenti di ricerca, potranno creare nella familiarità delle proprie case e interagire con il gruppo di lavoro attraverso i social. Sempre all’insegna di essere protagonisti, di poter scambiare idee e opinioni con compagni e insegnante senza di timore di sbagliare, perché ogni spunto creativo, ogni spinta verso la ricerca e la verifica danno vita a una classe capovolta, anche digitale, sempre diversa e coinvolgente.

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