L’emergenza epidemiologica è una realtà con cui il mondo della scuola dovrà imparare a convivere. Non si può pensare, infatti, che a settembre si tornerà a occupare i banchi di scuola come prima. Troppi sono i problemi da risolvere per un ritorno alla normalità nelle scuole; primo tra tutti, l’annoso problema delle classi-pollaio, che non permettono di applicare le norme necessarie di distanziamento sociale.
TASK FORCE ALL’OPERA – Per ovviare a queste problematiche, il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha predisposto una task force che ha il compito di vagliare tutte le possibili soluzioni per una ripresa, anche solo parziale, della didattica in presenza, consci della necessità di riprendere il contatto umano e le interazioni “face to face” tra gli studenti e i loro insegnanti. Inoltre, la task force dovrà anche guidare il mondo della scuola a una convivenza più lineare possibile con la didattica a distanza. Tra le prime, possibili novità, si sta pensando alla realizzazione di una piattaforma unica nazionale per rendere omogeneo l’aspetto tecnico di tutte le scuole italiane.
ALTERNANZA PRESENZA/DISTANZA – In merito alle possibili modalità di ritorno tra i banchi di scuola il Ministro ha più volte precisato che le sue dichiarazioni, rilasciate durante un’intervista ai microfoni di Maria Latella su Skytg24, non sono da considerarsi decisioni già prese ma proposte da condividere e che dovranno essere approvate dai vari organi competenti: Parlamento, Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, sindacati. La proposta più accreditata è, comunque, quella di alternare la presenza fisica dei ragazzi nel contesto classe: una settimana, una parte delle classi seguirebbe in presenza e l’altra parte da remoto, collegandosi tramite video lezioni; la settimana successiva si invertirebbero i gruppi.
NO DOPPI TURNI – Il Ministro, inoltre, ha ritenuto opportuno sottolineare, anche alla luce delle osservazioni di esperti e docenti, che questa eventuale proposta non comporterebbe la doppia turnazione dei docenti, con lezioni sia di mattina che di pomeriggio, per evitare un ulteriore aggravio sulla classe docente, già provata dalle innovazioni della didattica a distanza.
PUNTI CRITICI – I detrattori di questa possibile soluzione, che probabilmente sarà intrapresa in terra spagnola, sottolineano le difficoltà di gestire una classe con due modalità differenti nello stesso momento; anche limitatamente alle valutazioni, quanto fatto in presenza e quanto in remoto viene valutato con due griglie differenti, rendendo di fatto poco omogenea e lineare la valutazione. Forti dubbi anche nei confronti degli studenti con disabilità, e di quelli affetti da disturbi dell’apprendimento, che potrebbero trovare difficile abituarsi a questo nuovo, ulteriore cambiamento.