L’importanza dell’esperienza relazionale docente-studente
La chiusura delle scuole nella condizione di emergenza covid-19 ha costretto studenti e docenti a fare i conti con una riorganizzazione delle proprie abitudini, delle proprie competenze e delle proprie convinzioni. Creare un nuovo spazio di studio implica modificare il metodo di apprendimento per continuare a garantire la certezza dello spazio formativo ed educativo fondamentale per ogni studente. E’ stato chiesto a studenti e docenti di fare buon uso degli strumenti digitali perché in questo momento sono preziosi.
Ma c’è scuola e scuola! E la differenza non è determinata solo dall’uso delle tecnologie ma anche e soprattutto dalle relazioni, dal modo di studiare e lavorare, dalla componente umana della scuola che in queste settimane è emersa con tutta la sua variabilità, con tutti i suoi limiti, ma fortunatamente anche con tante risorse.
L’esperienza formativa che siamo costretti a vivere ci sta mostrando la validità della formazione a distanza, ci sono modalità di insegnamento online che permettono il passaggio adeguato di contenuti, ma anche di modalità relazionali. Chiaramente bisogna pensare a tutti gli aspetti comunicativi ed empatici facilmente colti in presenza che possono, invece, subire delle limitazioni nell’e-learning. L’assunto, certamente inconfutabile, che vi sia apprendimento solo nella relazione spesso impedisce riflessioni sulla modalità didattica dalla quale un docente oggi non può sottrarsi.
Convinzioni e pregiudizi negativi, infatti, sono spesso alla base di resistenze nei confronti di ogni esplorazione che potrebbe, invece, aprire scenari nuovi e costruttivi da integrare con quanto consideriamo già consolidato e funzionale.
Nella variabilità dell’attuale quotidianità scolastica si nota che la motivazione allo studio cambia. Allo studente è richiesta molta più autonomia e competenza di autoregolazione; quando ciò non è immediatamente disponibile può facilmente manifestarsi frustrazione, demotivazione e disinvestimento. E’ in questo contesto che diventa fondamentale la relazione cooperativa tra figure di riferimento in casa e nel mondo scolastico.
Gli obiettivi sono semplici, chiari e concreti: garantire continuità formativa e didattica, assicurando allo studente costante contatto con i suoi insegnanti e con i compagni di classe permettendogli di non perdere l’esperienza, seppur virtuale, di condivisione e relazione. Il suo benessere psichico è fondamentale quanto quello fisico.
La funzione psico-pedagogica del docente. L’emergenza sanitaria nasconde vulnerabilità psichica, i ragazzi hanno bisogno di essere rassicurati, di sperimentare affidabilità, presenza di figure di riferimento che possano garantire anche strumenti di gestione emotiva e non improvvisazione e sconforto. La funzione psico-pedagogica del docente va ben oltre la competenza disciplinare, è una funzione fondamentale che non riguarda la traccia di una e-mail o su un registro elettronico. Ascoltando i ragazzi emerge chiaramente che a loro mancano i compagni di classe con cui confrontarsi, manca lo sguardo di un docente che regola ma nello stesso tempo agevola e concede spazio alla confidenza di paure e timori, ai ragazzi manca la relazione umana. Ed è per questo che per rispondere ai loro bisogni attraverso la didattica a distanza è utile prevedere, accanto all’insegnamento e all’apprendimento, momenti di confronto, di svago, di aggregazione virtuale, di rispecchiamento relazionale. Il docente mosso dalla passione per il suo prezioso lavoro individua facilmente una via per mantenere viva la relazione e, attraverso di essa, anche la didattica disciplinare.
La tecnologia offre infinite possibilità, i ragazzi possono facilmente suggerire strumenti e realtà virtuali utili. Ci sono molte scuole e istituti di formazione pronti a una risposta valida alla richiesta di didattica a distanza. E’ importante fare squadra anche tra insegnanti condividendo con generosità quanto ritenuto utile e significativo.
E ricordiamo che lo studente osserva e imita i suoi modelli di riferimento. Gli studenti non giudicheranno, se non per sorriderne insieme, la mancata perfezione nell’uso dello strumento informatico da parte del docente, ma ricorderanno un docente che non si è fermato, resiliente, che si è messo in discussione, che non ha smesso di formarsi. E soprattutto ricorderanno il contatto umano, ricorderanno che quel docente in un momento difficile era lì pronto, presente, non solo per portare a termine il programma annuale o per valutare l’apprendimento, ma anche e soprattutto in ascolto autentico ed empatico. Gli studenti, finita l’emergenza, osservando gli occhi del loro insegnante, seppur a tratti disorientato dalla situazione, ricorderanno che si è messo in gioco, incamminandosi con la propria classe verso una nuova conoscenza e una nuova esperienza didattica.
Dott.ssa Elisa Margani
Psicologa e Psicoterapeuta