[FONTE: AID – ASSOCIAZIONE ITALIANA DISLESSIA]
In queste ultime settimane le riflessioni sulla didattica a distanza non sono di certo mancate: pareri di studiosi che da anni si occupano di tale tematica (Rivoltella, 2003) accanto a riflessioni di docenti, studenti e famiglia che si trovano “in prima linea” ad affrontare e sperimentare l’apprendimento a distanza.
Nota 388 del 17 marzo 2020 del ministero dell’istruzione
Il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione, attraverso la nota del 17 marzo 2020 con oggetto “Emergenza sanitaria da nuovo Coronavirus. Prime indicazioni operative per le attività didattiche a distanza” fornisce interessanti spunti di riflessione.
“La didattica a distanza, in queste difficili settimane, ha avuto e ha due significati. Da un lato, sollecita l’intera comunità educante, nel novero delle responsabilità professionali e, prima ancora, etiche di ciascuno, a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola”, ma “non a scuola” e del fare, per l’appunto, “comunità”. Mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di appartenenza, combatte il rischio di isolamento e di demotivazione. (…) Dall’altro lato, è essenziale non interrompere il percorso di apprendimento. (…) Ma è anche essenziale fare in modo che ogni studente sia coinvolto in attività significative dal punto di vista dell’apprendimento, cogliendo l’occasione del tempo a disposizione e delle diverse opportunità (lettura di libri, visione di film, ascolto di musica, visione di documentari scientifici…) soprattutto se guidati dagli insegnanti.”
La comunità educante sta riscoprendo il proprio ruolo valorizzando la capacità di costruire, mantenere e rafforzare relazioni che danno vita ad un tessuto sociale in grado di comprendere e aiutarsi.
La scuola è un collante sociale e lo deve essere anche in questo momento in cui “spazialmente” non si è più vicini.
L’importanza della progettazione
Il documento ministeriale fornisce una descrizione della didattica a distanza sottolineando la grande importanza dell’azione di progettazione: “le attività di didattica a distanza, come ogni attività didattica, per essere tali, prevedono la costruzione ragionata e guidata del sapere attraverso un’interazione tra docenti e alunni”.
In una recente intervista, Pier Cesare Rivoltella, presidente del CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Innovazione e alla Tecnologia) definisce la progettazione come lo “studio di una sceneggiatura con la scelta di materiali da mettere a disposizione prima (della lezione), indicazioni di lavoro precise, ricorso alla comunicazione sincrona (chat e videocomunicazione) per chiarire i dubbi e discutere i problemi”.
Lo stesso documento ministeriale descrive alcune azioni possibili:
- il collegamento diretto o indiretto, immediato o differito, attraverso videoconferenze, videolezioni, chat di gruppo;
- la trasmissione ragionata di materiali didattici, attraverso il caricamento degli stessi su piattaforme digitali;
- l’impiego dei registri di classe in tutte le loro funzioni di comunicazione e di supporto alla didattica, con successiva rielaborazione e discussione operata direttamente o indirettamente con il docente;
- l’interazione su sistemi e app interattivi educative propriamente digitali.
No alla mera assegnazione di compiti
Il solo invio di materiali o la mera assegnazione di compiti, che non siano preceduti da una spiegazione relativa ai contenuti in argomento o che non prevedano un intervento successivo di chiarimento o restituzione da parte del docente, dovranno essere abbandonati, perché privi di elementi che possano sollecitare l’apprendimento.
Proprio su questo ultimo punto si sono accesi molti dibattiti.
Se nei primi momenti di chiusura delle scuole, l’invio di compiti poteva essere non solo tollerato, ma anche funzionale, ora, dopo settimane di sospensione delle attività, è necessario e doveroso mutare la definizione delle attività. Molte famiglie lamentano la “moltiplicazione” delle attività a casa aggravate, in alcuni, casi da difficoltà pratiche.
Molti studenti, ad esempio, non possiedono un pc e utilizzano per le attività il loro smartphone. Se, quindi, non ci sono problemi di connettività, se non in casi limitati, esistono notevoli problematicità per l’accesso a piattaforme o proposte digitali che non sono sempre supportate nei dispostivi mobili. Ancora, molte famiglie non possiedono una stampante.
È bene ricordarsi di questa variabile nell’assegnazione ai compiti progettando attività che possano evitare questo passaggio.
Il ruolo dei docenti: scelte critiche e condivise in team
I docenti, d’altra parte, hanno un nuovo compito: quello di effettuare una scelta critica tra le infinite proposte che sono ora presenti. Non si tratta di scegliere una soluzione valida in assoluto, ma la scelta maggiormente inclusiva (e che garantisca una reale accessibilità) a quel gruppo classe in quello specifico contesto.
Emerge, di conseguenza, ancora una volta, la grande importanza del lavoro di squadra all’interno del team docente che dovrà effettuare scelte condivise (evitare, fin quanto possibile, ad esempio, la scelta di piattaforme differenti che creano solo grande confusione nelle famiglie), fornire un supporto a coloro che, tra i docenti, non hanno elevate competenze digitali e definire una progettazione precisa delle attività per evitare sovrapposizioni (occorre evitare sovrapposizioni e curare che il numero dei compiti assegnati sia concordato tra i docenti, in modo da scongiurare un eccessivo carico cognitivo) .
In alcuni contesti familiari, in presenza di più figli, i genitori si trovano in difficoltà nella gestione della mattinata dovendo essere on line con due o più scuole contemporaneamente e magari possiedono un solo computer.
Il documento ministeriale sottolinea come sia importante attivare tutte le risorse interne alla scuola per sostenere i processi di apprendimento a distanza: “è strategico coinvolgere nelle attività di coordinamento anche le figure dell’Animatore Digitale e del Team digitale”. La scuola, infatti, è tenuta ad attivarsi per supportare quei docenti che sono carenti in quanto a competenze digitali e le figure di sistema individuate dal Collegio docenti, per fornire aiuto sul piano delle didattiche innovative e sulle tecnologie, possono organizzare a tal fine dei gruppi di auto-formazione, preferibilmente suddivisi per livelli, garantendo l’implementazione di tali competenze. Molto spesso i docenti più fragili da questo punto di vista necessitano di un primo momento di supporto, di un affiancamento, che li faccia sentire più sicuri nell’uso delle piattaforme.
Le difficoltà degli studenti con DSA e come affrontarle
La nota ministeriale ricorda di porre particolare attenzione agli studenti con DSA:
“occorre dedicare, nella progettazione e nella realizzazione delle attività a distanza, particolare attenzione nel rispetto dei piani didattici personalizzati stilati. La strumentazione tecnologica, con cui tali studenti hanno, di solito, già dimestichezza, rappresenta un elemento utile di facilitazione per la mediazione dei contenuti proposti. Occorre rammentare la necessità, anche nella didattica a distanza, di prevedere l’utilizzo di strumenti compensativi e dispensativi, i quali possono consistere, a puro titolo esemplificativo e non esaustivo, nell’utilizzo di software di sintesi vocale che trasformino compiti di lettura in compiti di ascolto, libri o vocabolari digitali, mappe concettuali”.
Invece ragazzi e famiglie ci raccontano delle molte difficoltà che incontrano, le quali si possono riassumere in alcuni punti, seppure non esaustivi della complessità dei vari casi:
- L’aspetto “Tempo”;
- L’aspetto “Carico cognitivo”;
- L’aspetto “Studenti con DSA = alunni-tecnologici”
- L’aspetto “Organizzazione”;
- L’aspetto “Personalizzazione”;
- L’aspetto “Valutazione”.
TEMPO
L’elemento tempo emerge con forza quando il ritmo delle lezioni online determina le medesime difficoltà legate ai tempi serrati in classe, ma con l’aggravante che lo studente fatica ad interagire con il docente. A tal fine, diventa determinante la disponibilità del docente a registrare la lezione, che poi può essere allegata al registro o a Google Classroom o inviata per mail, per permettere ai bambini e ai ragazzi di riascoltarla e organizzarla, magari in una mappa. Inoltre, i ragazzi entrano facilmente in ansia quando vengono proposti quiz di verifica senza tenere conto del fattore tempo e senza aver avuto modo di programmare queste attività e di rielaborare il materiale di studio.
CARICO COGNITIVO
Come abbiamo già detto la didattica a distanza è interpretata da alcuni docenti come mera assegnazione di pagine da studiare, con l’invito a eseguire i relativi compiti, e gli studenti con DSA faticano a gestire in autonomia argomenti nuovi, senza la relativa spiegazione. Va da sé che anche l’eseguire i compiti senza agganci cognitivi chiari, diventa una difficoltà superata solo grazie a genitori costretti a improvvisarsi insegnanti sul “campo”. Se i docenti non concordano con cura i compiti assegnati e le attività della giornata il carico per i ragazzi con DSA può diventare insostenibile.
STUDENTI CON DSA = ALUNNI TECNOLOGICI
Occorre una riflessione sull’affermazione, forse un po’ utopistica, del ministero secondo cui i ragazzi con DSA hanno “dimestichezza” con la tecnologia: tale affinità presunta spesso si scontra con una realtà composta da mille sfaccettature legate alla gravità del disturbo, all’accettazione degli strumenti compensativi come strumento di lavoro quotidiano e al momento in cui è avvenuto il riconoscimento del disturbo. Ogni caso va valutato anche in rapporto a questa presunta abilità tecnologica: solo il docente, che conosce il suo alunno, può valutare di quanto supporto ha bisogno per accedere alle lezioni in sincrono ed utilizzare il PC.
ORGANIZZAZIONE
Ogni team docente, o meglio ogni istituto dovrebbe prestare molta attenzione a quali e quante piattaforme, strumenti di video-lezione, spazi di archiviazione, registri coinvolgere nella comunicazione e gestione delle attività. In queste prime settimane di sperimentazione delle scuole sulla Didattica a Distanza, che ha visto interi Collegi docenti mettersi in gioco per garantire il percorso formativo con nuove modalità, è necessaria la guida del dirigente scolastico. Il dirigente scolastico, insieme al team digitale, dovrà dare unitarietà alle proposte e scegliere con cura alcuni canali per le lezioni in sincrono, le videoregistrazioni e gli spazi in cui gli studenti possono trovare i materiali di studio. Chi ha un Disturbo Specifico di Apprendimento, infatti, fatica già nelle lezioni in presenza, ad organizzare i materiali, a gestire il diario, a reperire le schede. Troppi input, differenti dislocazioni dei materiali, possono rendere veramente complesso reperire le attività e dare un senso alle proposte dei docenti. I ragazzi possono sentirsi disorientati e incapaci di fruire della Didattica a distanza.
PERSONALIZZAZIONE
In un quadro così complesso, la capacità del team di prevedere materiali semplificati, offrire a tutta la classe la mappa della video-lezione svolta, ruotare per creare piccoli gruppi di studio live in cui usare un lessico più semplice e tempi più distesi per la spiegazione o la correzione del compito può diventare uno dei modi per “personalizzare” il processo di insegnamento-apprendimento.
VALUTAZIONE
L’aspetto della valutazione, infine, è forse il tema più dibattuto nei Collegi docenti virtuali e nelle riunioni on line dei docenti. La Nota 279/2020 ha già descritto il rapporto tra attività didattica a distanza e valutazione.
“Se è vero che deve realizzarsi attività didattica a distanza, perché diversamente verrebbe meno la ragione sociale della scuola stessa, come costituzionalmente prevista, è altrettanto necessario che si proceda ad attività di valutazione costanti, secondo i principi di tempestività e trasparenza che, ai sensi della normativa vigente, ma più ancora del buon senso didattico, debbono informare qualsiasi attività di valutazione”. Continua il documento: “Se l’alunno non è subito informato che ha sbagliato, cosa ha sbagliato e perché ha sbagliato, la valutazione si trasforma in un rito sanzionatorio, che nulla ha a che fare con la didattica, qualsiasi sia la forma nella quale è esercitata. Ma la valutazione ha sempre anche un ruolo di valorizzazione, di indicazione di procedere con approfondimenti, con recuperi, consolidamenti, ricerche, in un’ottica di personalizzazione che responsabilizza gli allievi, a maggior ragione in una situazione come questa”.
Ormai tutti conosciamo l’importanza del feedback del docente nel processo di apprendimento dei ragazzi e questo risulta estremamente importante per chi ha un Disturbo Specifico di Apprendimento. La lezione in sincrono può diventare un momento proficuo di coinvolgimento dei ragazzi se è un momento di relazione vera, in cui l’interazione, ordinata e controllata, permette di chiarire i dubbi e avere un immediato feedback del docente: il docente che permette tale interazione ha a disposizione un primo e potente elemento di valutazione e cioè la partecipazione attiva dei ragazzi, la loro disposizione ad apprendere. Non ci riferiamo qui semplicemente alla valutazione del comportamento durante al Didattica a distanza, che pure potrà essere fatta, ma all’attenta osservazione dell’atteggiamento dei ragazzi e la valorizzazione degli interventi e degli atteggiamenti proattivi durante la video-lezione.
Inoltre, perché avvenga un apprendimento significativo lo studente deve sapere se sta progredendo e come fare per migliorare. La Nota aggiunge: “Si tratta di affermare il dovere alla valutazione da parte del docente, come competenza propria del profilo professionale, e il diritto alla valutazione dello studente, come elemento indispensabile di verifica dell’attività svolta, di restituzione, di chiarimento, di individuazione delle eventuali lacune, all’interno dei criteri stabiliti da ogni autonomia scolastica, ma assicurando la necessaria flessibilità.” La valutazione quindi mantiene, all’interno della Didattica a distanza, la sua funzione di “valorizzazione” in itinere dei successi dell’alunno.
In particolare, i ragazzi in difficoltà di apprendimento necessitano di avere rimandi precisi su punti di forza e criticità del loro studio. Per fare questo non basteranno dei Quiz o dei test a scelta multipla: l’interrogazione potrà avvenire anche on line col supporto della mappa, potrà anche avvenire come lavoro di coppia e sortire una valutazione comune, per favorire anche la “Peer education on line”. Molto utile può essere favorire brevi test di autovalutazione e discutere il risultato con brevi sessioni on line. Il giudizio finale sul percorso del ragazzo, nel rispetto del PDP che, lo ricordiamo, può essere integrato perché documento “vivo” e dinamico, sarà poi il risultato del confronto del Team e del Consiglio di Classe, in cui la valutazione ritrova la sua valenza collegiale.
Per concludere, i docenti sono chiamati in questo difficile momento a rivedere e semplificare la progettazione, scegliendo con cura gli obiettivi da raggiungere e le competenze da implementare, tenendo conto del nuovo contesto di apprendimento.
La sfida deve tenere presente che per gli studenti con DSA molti aspetti della Didattica a Distanza possono divenire occasioni preziose di potenziamento delle abilità o ulteriori criticità che invalidano il loro processo formativo.
Sta alla scuola raccogliere anche questo bisogno nella consapevolezza che un approccio multimodale e digitale necessita comunque di un’attenta e graduale progettazione in un’ottica di reale inclusione per tutti.
A cura di Maria Enrica Bianchi, insegnante, formatrice scuola AID e membro del consiglio direttivo AID; Alessandra Landini, dirigente scolastico e formatrice scuola AID; Cristina Fabbri, insegnante, formatrice scuola AID.
Si ringraziano per le preziose riflessioni Carolina Tironi, formatrice AID e Barbara Urdanch, formatrice AID
La risposte dei dirigenti scolastici formatori scuola AID
Abbiamo posto a tre dirigenti scolastici e formatori scuola AID, altrettanti quesiti che ci sembrano fondamentali:
- Quali strategie e strumenti occorre adottare perché la didattica a distanza sia inclusiva?
- A quali condizioni la didattica a distanza può risultare efficace per gli alunni con BES?
- Come possiamo assicurare una valutazione formativa a distanza per chi è in difficoltà di apprendimento?
A queste domande rispondono, in questo video, Paolino Gianturco, Sabrina Franciosi e Alessandra Landini.